Le Filippine meridionali, dove è stato rapito il missionario italiano, sono state ribattezzate il «Waziristan del sud est asiatico», in riferimento alla zona tribale fra Pakistan e Afghanistan retrovia dei nuovi talebani e dei resti di Al Qaida. Quattro gruppi di militanti islamici hanno attecchito da tempo sulle isole dellarcipelago filippino come Jolo e Mindanao.
Il Fronte Moro di liberazione nazionale (Mnlf) è lorganizzazione storica, nata negli anni Settanta, grazie alla presenza di una forte comunità musulmana in un arcipelago dominato dai cristiani. Nel 1996 ha abbandonato lobiettivo di creare uno stato islamico indipendente a Mindanao siglando con il governo centrale un accordo che prevede una larga autonomia. Sembra possa contare su 12mila miliziani e lo scorso aprile ha lanciato un pesante attacco nellisola di Jolo denunciando il mancato rispetto degli accordi dal parte di Manila.
Nel 1978, una scissione del Mnlf ha portato alla nascita del Fronte islamico Moro di liberazione nazionale (Milf), che continua a rivendicare lindipendenza delle isole filippine abitate da musulmani. Lobiettivo finale è la creazione di uno stato islamico secondo i precetti del Corano. Nel 2001 ha accettato una tregua, ma al suo interno si è diviso in unala oltranzista e una aperta alle trattative.
Proprio dalla costola radicale del Milf sono fuoriusciti diversi comandanti come Aka Kedie, dei rinnegati che anche in passato si sono resi responsabili di rapimenti di missionari italiani, non solo per motivi religiosi, ma pure per i soldi del riscatto.
Lala radicale del Fronte islamico Moro ha spesso stretto alleanze con le cellule terroriste di Abu Sayyaf. Si tratta del gruppo più pericoloso, ma duramente colpito dalle offensive dello scorso anno dellesercito filippino.
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