CataniaQuattro neonati morti in settantadue ore e un sospetto. Che un microrganismo, un batterio o un virus, si sia installato nel «blocco parti» di ostetricia e ginecologia del Policlinico universitario e che abbia infettato bimbi nati prematuri, provocandone il decesso.
È allarme rosso a Catania. Tanto che i medici in pochissime ore evacuano due reparti. Trasferiscono i piccoli e sottopongono tutta l'area a una potentissima sterilizzazione. La vicenda delle morti sospette viene alla luce da uno scoop del quotidiano la Sicilia. In fretta e furia il procuratore della Repubblica di Catania Enzo D'Agata avvia un'inchiesta che affida al sostituto Alessadra Minicò, e dà mandato ai carabinieri dei Nas di sequestrare tutte le cartelle cliniche.
I militari in tuta bianca di buona mattina effettuano esami di laboratorio su alcuni tamponi per verificare il grado di inquinamento batterico o virale. Si saprà qualcosa di più tra alcuni giorni. Sotto osservazione tutti gli esami che l'Asl aveva deciso di fare subito dopo i decessi, secondo un protocollo di autotutela degli ospedali, poco prima che iniziasse la sterilizzazione dei raparti. Assente il direttore sanitario del Policlinico, è il suo vice, il dottor Paolo Adorno, a tranquillizzare i tanti genitori allarmati per linspiegabile sequela di morti. «I decessi sono tre e non quattro - precisa Adorno -, il quarto ha riguardato un aborto di un bimbo di appena 22 settimane». Adorno è poi entrato nel merito: «Non ci risulta alcun collegamento tra i quattro decessi nell'unità operativa di Neonatologia e terapia intensiva neonatale del Policlinico. Si tratta di un cluster, ossia un'insolita coincidenza statistica del tasso di mortalità all'interno di un reparto, in un lasso di tempo estremamente ristretto».
Le morti sospette iniziano domenica 24 maggio. Prima vittima un bimbo nato prematuramente dopo un parto definito «corretto», e inizialmente l'episodio viene catalogato come «decesso di origine dubbia». Poi i medici studiano il caso e lo spiegano sostenendo si sia trattato di un «problema organico legato a complicazioni aortiche, con esclusione di ogni ipotesi infettiva». Passano le ore e un altro bimbo muore in terapia sub intensiva. Scatta lallarme. Vengono disposti gli accertamenti per approfondire un'eventuale ipotesi virale, ma non emerge nulla di concreto. Martedì il decesso di un terzo neonato. I medici adesso sono preoccupati, ma escludono un collegamento con gli altri due episodi. Del quarto caso spiegano che riguarda un neonato prematuro con un gravissimo problema a livello metabolico. La letteratura medica, in casi simili, parla di «sporadiche percentuali di sopravvivenza nelle sue condizioni». Passano poche ore e la situazione si appesantisce ulteriormente: un altro bimbo non esce vivo dallo stesso reparto.
Troppe morti in questo ospedale. I medici adesso temono il peggio. La direzione sanitaria dispone il protocollo d'emergenza: disinfezione straordinaria dei reparti, con lo stop momentaneo dei ricoveri nel blocco parto dell'unità operativa di Ostetricia e ginecologia. Tutti i casi di routine vengono trasferiti in altri ospedali. I dottori trattano solo i casi d'urgenza. Intanto i piccoli ricoverati nell'unità operativa di Neonatologia e terapia intensiva neonatale vengono isolati e tutti trattati con una massiccia terapia antibatterica.
In lacrime i genitori di uno dei quattro neonati chiamano la polizia: denunciano un caso di presunta malasanità.
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