Quattro palazzi al buio: 15 ore da incubo

Quattro palazzi al buio: 15 ore da incubo

Andrea Indini

Quindici ore senza luce, acqua e telefono. È quanto è successo in piazza Repubblica, ai civici 19, 21, 23 e 25. Un incubo durato una notte. Dalle sette di martedì sera alle dieci di ieri mattina centinaia di persone sono rimaste letteralmente bloccate in attesa che qualche tecnico dell’Aem intervenisse.
Un preavviso arriva martedì pomeriggio. La corrente va via dalle 14 alle 16. Poco male. L’azienda elettrica milanese comunica che «sono saltate tre centraline in cui stiamo facendo dei lavori». Poi, l’odissea. Tutto ha inizio qualche minuto prima delle sette di sera. «Abbiamo provato a telefonare subito all’Aem - spiega Vittorio, il portinaio del civico 25 - ma era sempre occupato. Solo una volta sono riuscito a mettermi in contatto con un operatore ma non è servito a granché». Passa così un’intera notte di disagio. C’è chi, come il signor Costantino, non ha potuto entrare nel suo appartamento «poiché l’ingresso di casa mia è direttamente collegato con l’ascensore». «Mi son visto costretto - spiega Costantino - ad andare a dormire in albergo». C’è chi, come Claudia, ha un bambino di appena un mese. «Non potevo sterilizzare il biberon né riscaldare il latte nel forno - spiega la mamma - e, soprattutto, ho girato per casa tutta la notte con una torcia». C’è poi la storia di un’altra signora che rimane chiusa sul balcone mentre innaffia i fiori. «Abbiamo le tapparelle elettriche e, appena è saltata la luce, hanno ceduto. Sono rimasta sul balcone per tre ore - racconta la donna - finché mio marito è riuscito a forzare le tapparelle e liberarmi».
Interi frigoriferi svuotati nella pattumiera. «Questa mattina - spiega Lella, una signora del civico 23 - sono stata costretta a buttar via circa 300 euro di spesa». Senza corrente, nemmeno i portoni elettrici possono essere chiusi. «Alle cinque di mattina - si lamenta il portinaio del civico 23 - ho fatto un giro del palazzo e ho trovato quattro marocchini che dormivano nel sottoscala». A questo si aggiungano l’incubo di restare una notte senza acqua (non potendo tirare lo sciacquone del water o farsi una doccia) e il disagio di avere le linee Fastweb staccate (perché necessitano di corrente elettrica per funzionare) e di vedere i propri cellulari scaricarsi uno dopo l’altro senza poterli ricaricare. «È stata una bruttissima sensazione, molto simile a quella di abbandono totale», spiega Elisabetta. Venendo da via Vittor Pisani, poi, c’è un’edicola tutta verde su cui ogni giorno batte il sole. «Ho installato da alcuni anni le saracinesche elettriche - spiega l’edicolante - e, durante il black out, sono stato costretto a rimanere qui tutta la notte». Ha un’aria assonnata e molto stanca. «Sono due giorni che lavoro ininterrottamente», confessa.
E l’Aem? Non risponde. «Contattare la società - spiega uno dei condòmini del civico 21 - è risultato impossibile, anche chi è riuscito a telefonare si è visto smistare le chiamate in uffici improbabili o addirittura interrompere la comunicazione». Poi, alle 10 di ieri mattina arrivano i tecnici. In dieci minuti mettono tutto a posto.

Chiamano i portinai dei condomini interessati e li informano che «ci sono altri cavi che stanno fondendo, ma finché non si rompono non possiamo intervenire». I condòmini, increduli, rimangono senza parole. Non Gloria. «Con quello che paghiamo all’Aem - commenta secca - mi aspetterei un servizio adeguato».

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