Quattro Tfr su dieci vanno ai fondi

Roma. È scaduta ieri l’«operazione Tfr», e pare che, fra scelta esplicita e silenzio-assenso, sia pari a circa il 40% la quota di lavoratori dipendenti che ha scelto di destinare il trattamento di fine rapporto alla previdenza integrativa. Molti lavoratori avrebbero preso la loro decisione proprio negli ultimi giorni utili. Secondo un sondaggio del Sole-24Ore, il 33% dei dipendenti avrebbe scelto esplicitamente di destinare il Tfr alla previdenza complementare, mentre circa l’8% si sarebbe limitato al silenzio-assenso. Oltre il 59% ha invece deciso di mantenere il Tfr in azienda, anche se nelle imprese oltre i 50 dipendenti il flusso sarà trasferito in un fondo gestito dall’Inps. Complessivamente, il flusso di Tfr verso forme previdenziali vale circa 9,5 miliardi di euro. Chi ha scelto la previdenza integrativa ha optato, per la maggior parte (il 70%) per un fondo pensione chiuso o negoziale, molto spesso di categoria. Il 26% ha invece preferito un fondo pensione aperto, mentre soltanto il 4% si è rivolto a modalità alternative, come i contratti assicurativi con finalità previdenziale.

Si è anche registrata una certa differenza fra le scelte di uomini e donne: i primi sono risultati più «conservatori» scegliendo i fondi di categoria, mentre il 32% delle donne ha optato per i fondi aperti. Scelte differenti anche a seconda dell’età: gli ultra cinquantacinquenni hanno deciso in gran parte (8 su 10) di lasciare il Tfr in azienda.

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