«Quattrocchi, storia d’ipocrisia e malafede»

Quando con i colleghi di Forza Italia e Alleanza Nazionale ho presentato l’ordine del giorno con la proposta di intitolazione di una via o di una piazza al nostro concittadino Fabrizio Quattrocchi, l’ho fatto pensando che fosse una cosa naturale conferire il giusto riconoscimento ad un giovane che aveva colpito ed emozionato l’Italia intera per la straordinaria dignità dimostrata nell’affrontare una morte tanto ingiusta e barbara.
Questo indipendentemente dal fatto che fossero trascorsi o meno i 10 anni dalla morte previsti per dar corso all’intitolazione.
Il Capo dello Stato lo ha definito Eroe Nazionale, il Sindaco di Roma ha deciso per primo di dedicargli una via seguito in rapida successione dai Sindaci di Milano, Napoli Assisi, Firenze, Trieste.
Ero convinta che anche a Genova, se pur in ritardo rispetto ad altre città, il buon senso, oltre il rispetto dovuto ad un figlio caduto tragicamente, avrebbe prevalso sugli opportunismi e sulle strumentalizzazioni politiche.
Non è andata così e martedì della scorsa settimana ho dovuto, mio malgrado, assistere ad un penoso dibattito in Consiglio Comunale dove ipocrisia e malafede hanno regnato sovrane.
Tre ore di discussioni avvilenti, tese più a gettare fango sulla memoria di questo giovane che a rendere omaggio al suo sacrificio, forse nel tentativo di non urtare la suscettibilità del fondamentalismo islamico presente anche nella nostra città e dal quale non ci sono mai state davvero prese di distanza da un terrorismo sempre violento che sta insanguinando il mondo intero.
Il fatto che alcuni gruppi politici continuino a considerare chi si macchia di tanto orrore come «resistenti iracheni» la dice lunga sul sentimento che anima il loro pensiero.
E’ stato detto, tra l’altro, che Quattrocchi era in Iraq a fare la guardia del corpo per guadagnare denaro, che quando è morto non aveva la «cazzuola» in mano e che non poteva in alcun modo essere considerato un esempio per i nostri giovani.
Il fatto che un lavoratore meriti rispetto, indipendentemente dal tipo di lavoro che svolge, che la sua morte abbia scosso la coscienza di tante persone facendo loro scoprire la fierezza di sentirsi italiani, che i familiari attendessero un segno di riconoscimento per il loro caro, che la barbarie dell’esecuzione e il fatto che il suo corpo sia stato martoriato abbiano rivelato il disprezzo che questa gente nutre nei confronti dell’Occidente e della Religione Cristiana, tutto questo non ha avuto nessun tipo di considerazione nei ragionamenti della maggioranza di Palazzo Tursi.
Per questi motivi e nella speranza di evitare altre offese alla memoria di Quattrocchi, per il rispetto che portiamo a lui e alla sua famiglia, abbiamo deciso di ritirare dalla discussione l’ordine del giorno che avevamo presentato.
Rimaniamo comunque sempre più convinti che la nostra proposta, sottoscritta peraltro da migliaia di cittadini genovesi, vada portata avanti nelle sedi più opportune, là dove alberghino sensibilità e rispetto per la vita umana.

La speranza che il Capo dello Stato conferisca a Fabrizio Quattrocchi la medaglia d’oro al valor civile, si accompagna all’augurio che il prossimo Sindaco di Genova sia capace di tutelare i valori e le tradizioni che hanno fatto grande la nostra città ponendola all’avanguardia delle battaglie contro il terrorismo, la barbarie, le ingiustizie da qualunque parte provengano.
Capogruppo Forza Italia Circoscrizione Levante

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