Cronaca locale

An: «In quegli elenchi c’è tutto il Dna della sinistra milanese»

Scontro in Consiglio sulla delibera per vendere le case

(...) Niente, come acqua sulla pietra. «Con una delibera della giunta Albertini - denuncia Carmela Rozza (Ulivo) - gli hanno fatto un bel regalo. Appena 24mila euro per una servitù perpetua in via Silvio Pellico 2. Per costruire un’uscita di sicurezza che gli ha consentito una rivalutazione miliardaria dello stabile». Un altro nome, dunque, che filtra. Ma il primo di una serie destinata ad allungarsi perché Palazzo Marino darà la lista completa degli inquilini come assicura il presidente del consiglio Manfredi Palmeri forte del parere chiesto al segretario generale Giuseppe Mele. Che, ad identica domanda, aveva dato opposta risposta all’assessore Gianni Verga. «La trasparenza è un valore in sé - spiega Palmeri -, ma deve servire anche per verificare le responsabilità di chi in passato ha sbagliato. Emergono infatti molti errori ai danni dei cittadini che devono non solo poter sapere quale sia il patrimonio immobiliare, ma anche come viene amministrato».
Ieri, intanto, è approdata in aula la delibera per cedere 76 lotti a un fondo immobiliare incaricato di venderli. Incasso previsto 240 milioni di euro da reinvestire in nuove case di edilizia popolare. Discussione infinita con il centrodestra deciso a fare il più in fretta possibile per inserire l’incasso subito nel bilancio e aprire al più presto i cantieri. L’opposizione, sulle barricate, espone sui banchi cartelli colorati «vendesi», «affittasi». «Il Comune - attacca la Rozza - sembra voler vendere perché non è in grado di gestire il patrimonio immobiliare». Per Basilio Rizzo (Lista Fo) «diamo ai milanesi l’impressione che finché le case erano del Comune incassavamo affitti bassi, quando saranno dei privati renderanno finalmente il giusto». Fa di conto Vladimiro Merlin (Rifondazione comunista): «A spanne cediamo a 655 euro al metro quadro. Più che una vendita, una svendita». Parole che non piacciono a Barbara Ciabò (An), presidente della commissione Casa e Demanio. «Prima sembrava che la delibera fosse perfetta - alza i toni - ora che sono stati rivelati i nomi, l’opposizione vuole bocciarla. Una cosa molto strana, se non fosse che in quegli elenchi c’è tutto il Dna della sinistra milanese: politici, partiti, associazioni. Tutte loro». Stizzita la replica di Marilena Adamo. «Sono tutti sottoscala, piani interrati». Sarà, ma intanto gli altri pagano affitti a prezzo di mercato. «E del resto a Roma chi c’era nelle case pubbliche? Mastella - replica la Ciabò -, Cossutta, Violante, Marini, Bonanni, D’Alema, Veltroni. Veltroni, capito? Il sindaco di Roma. Come se qui avessimo trovato Gabriele Albertini. E, invece, non c’era.

Forse alla sinistra dà fastidio che adesso invece di starci dentro a due lire saranno costretti a comprare».

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