Gian Marco Chiocci
da Roma
A proposito di giustizia a orologeria, e della sveglia calabrese che ieri ha buttato giù dal letto il segretario dellUdc Lorenzo Cesa, linterrogativo più sarcastico lo solleva Pier Ferdinando Casini, amico e compagno di partito dellultimo indagato eccellente: «Ritenendo che siano solo strane coincidenze, e che lesito dellinchiesta su Lorenzo (Cesa, ndr) sia una cosa certamente casuale e non connessa alla campagna elettorale, mi chiedo: come mai queste vecchie vicende, improvvisamente, prendono consistenza solo alla vigilia del voto?». La domanda è ovviamente destinata a restare priva di risposta anche se in tanti, nella sede di via dei Due Macelli, intravedono uneterodirezione politica e puntano lindice sui «soliti sistemi» di una procura - quella di Catanzaro - finita nel mirino degli ispettori ministeriali per tutta una serie di presunte irregolarità, gravi anomalie gestionali, inchieste «dalto livello» sfociate in richieste boomerang darchiviazione, indebite fughe di notizie per avvisi di garanzia recapitati a mezzo stampa.
Nel caso specifico la notizia pubblicata ieri dal Corriere della Sera e da Repubblica riferisce dellaccelerazione di un procedimento penale sul business dei depuratori di cui proprio Repubblica aveva già parlato, con abbondanza di particolari coperti dal segreto, il 12 dicembre 2005, poi ripresa e approfondita tre giorni dopo dal settimanale LEspresso con altrettanti dettagli riservatissimi. Ovunque, buttati qua e là, riferimenti a personaggi indagati e no, più o meno in contatto con potenti politici nazionali, considerati il braccio destro e/o sinistro o di personalità di governo o di partiti della maggioranza. Un nome? Dallanticipazione affidata a dicembre a Repubblica si legge: «Fabio Schettini, ex segretario particolare dellex ministro Frattini e attuale commissario europeo (...). Una supertestimone ha svelato al pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, che Schettini è referente del partito di... ». Un altro nome? «Giovambattista Papello - annotava sempre Repubblica - responsabile dellUfficio per lemergenza ambientale considerato uno degli uomini di Maurizio Gasparri». Ancora? «Nicolino Volpe, fermato alla frontiera di Como dalla finanza, uomo dellentourage del sottosegretario dellUdc, Pino Galati» e via discorrendo.
Uno stillicidio continuo, una goccia cinese, carneadi accostati a noti parlamentari nelle reiterate fughe di notizie del tipo di quelle che gli ispettori ministeriali hanno contestato - per tuttaltri fatti elencati in uninterrogazione del senatore Ettore Bucciero di An - al pm Luigi De Magistris, titolare dellinchiesta su Cesa. Su questo magistrato di punta della procura di Catanzaro pende da tempo un supplemento dinchiesta degli 007 di Castelli prossimo alla sua definizione con limminente interrogatorio dellinteressato. Alla luce dei fatti, e delle reazioni su Cesa, cè il rischio fondato che possa venir strumentalizzata laudizione di questo pubblico ministero già al centro di aspre polemiche scaturite dal coinvolgimento nellinchiesta su presunti complotti contro magistrati di Reggio Calabria - con ampia propalazione di atti coperti dal segreto, ivi comprese le intercettazioni dei parlamentari - del sottosegretario Giuseppe Valentino, del vice presidente della commissione Antimafia, Angela Napoli e dell«avvocato dei pentiti» Ugo Colonna, arrestato dal Gip eppoi scarcerato nove giorni più tardi. Dopo gli schizzi di fango sui giornali (mai smentiti dalla procura) e la constatazione - da parte dellonorevole Napoli - di esser stata indagata senza che le fosse mai stato elevato alcun capo di imputazione o recapitato uno straccio di informazione di garanzia da parte di magistrati (che, peraltro, non avrebbero avuto la competenza a indagare su uninchiesta che trattava di mafiosi) per tutti e tre gli indagati è scattata la richiesta darchiviazione.
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