Non è un caso politico. Non è nemmeno un incidente di percorso. Diciamo che è stata una disattenzione. Ecco: però sarebbe bene chiarire da subito che per riuscire davvero a rialzare l’Italia non sono ammesse disattenzioni. Il premier Silvio Berlusconi (gliel’hanno riconosciuto tutti, da destra e da sinistra) è partito con il piede giusto: ha bisogno di una maggioranza che in Parlamento sappia stare al passo. Non sono accettabili, dunque, lassismi, svolazzi, pressappochismi. E neppure disattenzioni.
Ieri in aula sono mancati 104 voti del Pdl. E così anche una maggioranza granitica come quella di Montecitorio (344 deputati contro 286 dell’opposizione, tutto compreso) si è trovata in difficoltà ed è andata sotto per due voti. Per fortuna è successo su un emendamento da nulla, dedicato alla caccia e alla fauna selvatica. Privo di significato politico. Ma insomma, dà fastidio. Era uno dei primi appuntamenti in aula, e il fatto che si parlasse di volatili non giustifica la propensione dei deputati Pdl a farsi uccellare.
Piacerebbe per altro sapere quali urgenti pratiche avevano da sbrigare i 104 deputati mancanti. Posto che 50 risultavano in missione (50? In missione? Tutti insieme? E che è successo? Il Parlamento italiano ha soppiantato la diplomazia Onu? Nemmeno i frati cappuccini hanno tanti missionari così...), resta il dubbio: gli altri 54 dove caspita erano? A fare shopping? A far la sauna? A far i turisti per Roma, fra le meraviglie del Palatino e quelle del palato?
Appena la notizia dell’inciampo della maggioranza si è diffusa, nei siti Internet e nei telegiornali, i nostri lettori hanno cominciato a mandarci messaggi via telefono e via mail. «Li abbiamo votati, che lavorino», dicevano. Uno scivolone si può anche accettare, siamo all’inizio della legislatura, e come sempre in questa fase un po’ convulsa si combinano inesperienza e meccanismi non ancora rodati. Purché non si ripeta. L’altro giorno il presidente Fini prometteva: dimostreremo che gli onorevoli non sono dei fannulloni. Ottimo: aspettiamo la prova. Cioè aspettiamo l’esito del voto. Che è sempre meglio dell’esito del vuoto.
Gli italiani lo sanno. E il sondaggio che oggi pubblichiamo conferma la sensazione diffusa: il governo sta davvero marciando a mille. E perciò il Parlamento si deve adeguare: i deputati devono cambiare subito marcia, onde evitare di arrancare come ronzini affaticati. Tutto qui, niente di meno, niente di più: il resto, in effetti, sono soltanto chiacchiere, a cominciare dal tentativo di Veltroni di strumentalizzare lo scivolone per darne un’interpretazione politica leggendoci dentro malesseri che non ci sono. È evidente che quello che è successo ieri non c’entra nulla con l’emendamento sulle frequenze Tv: si stava parlando di passerotti, lodole e cinciallegre. Piccole cose.
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