Quei candidati con il bollino blu

(...) ma di farne tesoro per crescere e di ringraziarci pubblicamente, da ogni palco, di quelle critiche. E alcuni dei suoi consiglieri, come Franco De Benedictis, si trasformano in giornalisti aggiunti, segnalando tutto quello che notano in giro.
An non si è mai risparmiata. Magari litigano su mille cose, ma poi sono tutti d’accordo sul Giornale, che elogiano pubblicamente, a ogni comizio, a ogni uscita pubblica, Plinio e Gadolla e Bornacin e Murolo e Praticò. Stessa storia per alcuni consiglieri regionali: Matteo Rosso, ormai, potremmo assumerlo come strillone ai semafori, tante sono le volte che ad ogni incontro e ad ogni comizio dice di leggere il Giornale; Nicola Abbundo lo tiene in tasca con orgoglio come si faceva negli anni Settanta; Gino Garibaldi dice in giro «il nostro Giornale» dove l’aggettivo fa la differenza.
Mica finita. Dalle istituzioni ai dirigenti di partito è la stessa storia. Michele Scandroglio e Pierluigi Vinai sono di casa; Roberto Cassinelli e Alessandro Gianmoena hanno dimostrato in questa campagna un attaccamento quasi commovente. E di questo li ringraziamo. Perchè, credeteci, non è scontato.
Così come non era scontato che l’azzurra Gabriella Mondello ed Eraldo Ciangherotti della lista Ferrara si trasformassero in nostri testimonial e, in ogni loro incontro, dicessero di comprare, diffondere e pubblicizzare il Giornale. Il bello, soprattutto, è che nessuno gliel’ha chiesto.
Ribadisco, questa lista non vuole essere esaustiva e mi scuso con chi ho dimenticato. Ma qui sta la nostra forza.

Fra lettori, elettori ed eletti. Che chi ci conosce diventa immediatamente il nostro valore aggiunto. Non servono campagne pubblicitarie o locandine. Basta leggerci, basta il passa parola. Noi ve ne passiamo solo una, di parola: grazie.

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