Tutto è iniziato con un brindisi. Quello che ha innaffiato la festa di laurea di quattro amici. Un poker di ingegneri, con diverse specialità. Diciamo subito che è stato un brindisi così così, che si sarebbe potuto svolgere meglio. E che proprio dalla delusione di quella festa di laurea è iniziato tutto. «Kanpai» urlano i giapponesi alzando il bicchiere (che poi deve essere l'unica occasione in cui alzano la voce, e un kanpaaiii prolungato è più festoso di un «cin cin»). E Kampaay hanno riscritto i nostri. Per rilanciare i brindisi ben fatti: ripetere sì, ma migliorando. Così i quattro ragazzi, il più vecchio ha compiuto 28 anni, si sono tuffati nel mondo dell'organizzazione eventi creando una sturt-up digitale. Una piattaforma, Kampaay appunto, che soddisfa i desideri di chi: vuole festeggiare compleanni o cerimonie in uno spazio da affittare; desidera invitare gli amici a casa propria per un cocktail o una cena ma non ha né i piatti né i bicchieri adatti e non sa preparare neppure una tartina, figurarsi se poi si dedica alle pulizie. Non solo feste private anche ritrovi aziendali, cene, matrimoni. E poi decorazioni, musica, allestimento spazi. E basta un clic. Ce lo spiega Stefano Brigli, co founder e dirigente marketing: «Offriamo un servizio su richiesta, partendo dalle esigenze di chi ci contatta. Sulla nostra piattaforma si iscrivono anche i fornitori, i bartender, i camerieri, i cuochi, chi ha un loft da affittare. Abbiamo all'incirca 200 location. È una sorta di piazza, ma siamo noi a preparare il pacchetto completo, in base alle esigenze; al luogo dove si svolgerà l'evento, al tetto di spesa, alle richieste di cibi, vini e cocktail. Chi si rivolge a noi, può non occuparsi di niente».
Avete debuttato all'inizio del 2019 e, dopo pochi mesi, c'è stato il lockdown, lo stop della socialità...
«Vero, però fino a marzo abbiamo lavorato bene. Luglio e settembre sono stati per noi eccellenti. E durante la chiusura abbiamo ripensato i servizi digitali, creato le fiere virtuali e i quiz a premi e ci siamo inventati i pacchetti singoli. Ad esempio: i box aperitivo per festeggiare i compleanni in video chiamata. Il festeggiato li faceva recapitare agli amici e alla stessa ora tutti brindavano e mangiavano insieme. O tanti mini pacchetti per prepararsi il cocktail a domicilio seguendo i corsi interattivi o le spiegazioni sulla storia dei prodotti, le origini dei nomi e le usanze. I quiz a premi legati ai cocktail sono stati l'alternativa alle cene aziendali, i partecipanti si sono sentiti parte di un gruppo anche se distanti. Così siamo riusciti a sostenere i costi fissi».
E per chi vorrebbe organizzare una festa ma non ha nessuna idea?
«La piattaforma permette di parlare con noi, forniamo una guida iniziale. Poi è il sistema che si accorge delle eventuali mancanze, ad esempio se c'è un bartender in meno rispetto al numero degli invitati e alle bibite e suggerisce come muoversi. Il vero servizio è che il cliente non deve occuparsi d'altro se non di scegliere».
Da 4 fondatori siete diventati 8 imprenditori e progettate di espandervi all'estero.
«Sì, entro la fine dell'anno contiamo di aprire la piattaforma a Torino e nel 2021 di svilupparci a Roma. Abbiamo già avviato la raccolta fondi. Il nostro obbiettivo è quello di esportare il marchio e di crescere.
Il servizio richiede di valorizzare la manodopera e le materie prime locali: un valore aggiunto. Abbiamo creato una comunità di professionisti, ci piace dire che si distinguono per qualità e professionalità. Il fatturato dei primi 18 mesi è stato di 200mila euro, un segno che il mercato funziona...».
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