Quei quattro amici legati a Massimo da affari e politica

COMPAGNI A Genova, dopo gli studi, D’Alema conobbe Lazzarini e Mariani. Che ora ammette: «Una cavolata che tutti possono fare». E con De Santis, Morichini e Burlando...

Quei quattro amici legati a Massimo da affari e politica

GenovaNon erano quattro amici al bar. Sono diventati quattro amici. Al bar, al ristorante, al mare di Genova, o a casa di. Franco Lazzarini e Franco Mariani a Genova ci sono nati e ci hanno studiato come Massimo D’Alema. Roberto De Santis e Vincenzo Morichini sul mare con Massimo D’Alema ci hanno fatto anche affari, come per la vendita della barca a vela Ikarus. Lui, Massimo «spezzaferro» D’Alema, è uno dei fili rossi che li tiene sempre legati. E che anzi li collega ad altri amici. A partire da Claudio Burlando, governatore della Liguria ed ex ministro dei Trasporti.
Tutto gira sull’asse Liguria-Puglia. Le amicizie storiche nascono proprio a Genova, dove il futuro deputato di Lecce-Brindisi-Bari aveva preso la maturità classica al liceo classico D’Oria - il più fighetto della città - e mosso i primi passi politici. E Genova è la città del ristorante Europa e del suo salotto riservato ai soci a invito, dove il lunedì sera si ritrovano i politici che contano, gli imprenditori che pesano, i notabili che influenzano. Tutti amici al tavolo dello scopone e alla tavola dello stoccafisso accomodato. Ma tra Burlando e Lazzarini l’amicizia va oltre il ristorante. Il governatore della Liguria vive a casa del presidente di Ital Brokers, guida la sua auto quando imbocca contromano l’autostrada, e si becca addirittura una botta di omosessuale dal presidente emerito Francesco Cossiga quando racconta della sua «innocente» coabitazione con l’amico d’infanzia. Le altre amicizie si rafforzano nel tempo. Ma che non abbiano la stessa base lo dimostra quello che le donnine non dicono ai pm romani. Ad esempio Lazzarini neppure viene interrogato, non sa dell’inchiesta, eppure ora chissà come ci finisce di mezzo. Ma lui, da tempo avvicinatosi alla religione dell’amore predicata dal santone indiano Sathya Sai Baba che lo aveva anche «guarito» dalla fobia degli aerei, non si scalda neppure più di tanto.
Mariani, all’anagrafe genovese Francesco Palmiro, liquida la vicenda romana come una «qualche cavolata che tutti possono fare». E con la sua città natale e con i suoi vecchi compagni in fondo un po’ di differenze le cova dentro. Da quando aveva tentato la scalata alla segreteria provinciale del Pci e, sconfitto, aveva scelto l’«esilio» e la fortuna lontano da casa. A Livorno, come presidente dell’autorità portuale, non gli era andata bene. Nella Puglia del compagno D’Alema, per capirsi, invece sì, diventando capo delle banchine dello scalo barese. Eppure a Genova non ha lasciato solo i ricordi. Tipo quella storica organizzazione della gara tra scaricatori di porto in cui nell’84 i camalli genovesi batterono i colleghi di mezza Italia nella manovra dei muletti, vincendo al festival dell’Unità il gran premio della «Formula Carrello». E già prima della storia dei festini Mariani vestiva i panni del Max Mosley della sinistra. La sua casa all’ultimo piano in piazza San Matteo, quella che fu dell’architetto Renzo Piano, si apre sempre per gli amici. L’invito con appuntamento preelettorale per l’allora candidato sindaco Beppe Pericu, e con la partecipazione tra gli altri dell’immancabile D’Alema, è noto. Ma a citare le cene riservate a casa Mariani sono anche alcuni degli amministratori comunali indagati (e intercettati) lo scorso anno a Genova per lo scandalo delle mense.
Roberto De Santis, co-proprietario dell’Ikarus, a Genova sbarca naturalmente in crociera. Con il fallimento della Festival, la compagnia dell’armatore cipriota Giorgio Poulides. De Santis era membro del consiglio di amministrazione della Festival, tra le cui carte sequestrate dal tribunale, risultano anche pagamenti di appartamenti per conto di «Burlando C.», «Lazzari F.» e «Bisio Marisa». Quest’ultimo nome, peraltro corrisponde a quello della madre di Lazzarini, anche se Burlando Claudio governatore ha sempre ribadito trattarsi solo di casi di omonimie. Anche perché De Santis, con l’ex ministro dei Trasporti, condivide altre cose, tipo l’amicizia con il professor Buscaglia, insegnante che dà lezioni di latino e greco al figlio del governatore.

Gli amici al bar, al ristorante e a casa di, sono diventati insomma più di quattro. I quattro amici, Lazzarini, Mariani, De Santis e Morichini, poi semmai non erano al bar. Erano i quattro amici al Rosetta, il loro locale romano preferito.

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