Ha cominciato a correre. A perdifiato, senza domandarsi troppo ciò che stava succedendo. A correre lui, tenendo stretto in braccio il suo cagnolino cieco, mentre l'altro volpino gli andava dietro. A correre tagliando per i campi vicini e tirando con l'altra mano sua madre che, con il cuore in gola, arrancava. Mentre le fiamme si alzavano sempre più alte ma, per fortuna, rimanevano sul lato opposto alla villetta in fondo a via Ponchielli, dove Tiziano abita con i genitori. Tiziano Puritani, 27 anni, è uno dei ragazzi della compagnia del «Video Vip», l'unico locale di aggregazione che null'altro è che un negozio di noleggio di film e giochi per la Playstation che rimane aperto fino a notte fonda, nel quartiere devastato dalla furia del gpl.
Laltra sera Tiziano, Graziano, Matteo, Katia e gli altri non si erano dati appuntamento al «Video Vip». Ognuno aveva qualcosaltro da fare. Da Tiziano veniva unamica a cena. Graziano era a Pisa, Matteo era di turno allalbergo di Camaiore Lido dove lavora. Questione di coincidenze, questione di metri. Che fanno la sottile differenza quando il destino sinventa di farti morire o sopravvivere nel mezzo di un incubo. Resta il fatto che la compagnia del «Video Vip» per un po' di tempo non si ritroverà più.
Tiziano ha trascorso le sue prime due notti da sfollato, non sotto le tende ma in casa di un amico per «parlare», per «sfogarsi». Mentre sua madre è corsa a dare e a trovare conforto dalla nonna. Quanto a Graziano, da Pisa si è precipitato dai suoi, che abitano nel quartiere Italia, uno spicchio di palazzine che sta pure a ridosso della ferrovia ma che per fortuna è stato ignorato dalle fiamme. Per i suoi genitori è andata bene, ma la zia che stava proprio in via Ponchielli non ce l'ha fatta. «Come faremo a dimenticare quella notte e quelle fiamme, quelle scene da film dell'orrore? - ripete Matteo - Ci è andata bene, poteva esserci chiunque di noi in mezzo a quell'inferno». Più o meno le stesse frasi che riescono a balbettare con la testa bassa tutti coloro che lavorano nel cortile del civico 37. I ragazzi della carrozzeria o quelli che restaurano le Vespa degli appassionati di rally che arrivano qui da mezza Toscana. Loro lo conoscevano bene lo «scarburato», alias Andrea Falorni, il motociclista che è stato incenerito da una terrificante fiammata, proprio mentre passava di lì l'altra notte. Sua moglie, Luisa Caramazzi, che con lui condivideva la stessa passione, è stata scaraventata a terra dallo scoppio e ha assistito impotente alla tragica fine del marito. Gli sfollati del «Terminetto» adesso hanno soltanto voglia di ricominciare a vivere, anche se quelle scene che hanno visto nella notte dell'apocalisse non le scorderanno mai più.
Completato lo svuotamento «in sicurezza» di tutte le cisterne di gpl, che erano rimaste adagiate in stazione, i vigili del fuoco e gli uomini della Protezione civile hanno tolto a tarda sera il divieto imposto agli abitanti della «zona rossa» che potranno tornare stamane nelle loro case. Erano tanti i viareggini che ieri sera hanno preso parte, commossi, a una veglia di preghiera nella chiesa di San Paolino per ricordare le vittime. Perché la capitale del divertimento vacanziero è come se fosse spaccata in due anime. Giusto a metà. Come a mezzasta sono state poste le bandiere di molti stabilimenti balneari sotto lo sguardo un po' ebete di molti turisti stranieri che non capiscono bene cosa sia accaduto l'altra notte.
Dopo la «Bussola» anche un altro locale notturno celebre, il «Twiga», ha deciso di tenere chiuso come tanti altri locali per il lutto cittadino. Il frastuono per ora è soltanto quello che sconvolge gli animi della gente di questi lidi.
GVil
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