Nostro inviato a Londra
Un bravo chimico. Anzi, un professionista decisamente «brillante». Un compagno di corso aggiunge: «Un uomo affascinante e intelligente, un tipico egiziano beneducato e dotato di ottime maniere. Oltre che uno studente di primordine». Eccolo qui, un primo profilo di Magdy El Nashar, il chimico sulle cui piste gli agenti dellantiterrorismo britannico erano fin dallaltro ieri. Non un bruto, non un credulone, non un fanatico ignorante. Il che getta una luce ancor più sinistra sul nemico che abbiamo di fronte.
Quando la polizia è arrivata allappartamento di Leeds affittato dallegiziano, nella vasca da bagno cera tanto di quellesplosivo da indurre i poliziotti a evacuare 600 persone dalle case vicine. Perché, ci si era chiesti? Perché, è la risposta, quellesplosivo era più pericoloso di un serpente a sonagli. Tri-acetone tri-perossido, si chiama. Tatp in sigla. «A devils shit», una merda del diavolo, come lha definita uno degli artificieri incaricati di recuperarla. Roba altamente volatile, capace di esplodere anche solo per sfregamento. Ma in quellappartamento, Magdy «il chimico» non avrebbe mai abitato. Ultimamente, con molta cortesia, aveva anzi chiesto al padrone di casa se poteva dare la chiave di casa a un amico in difficoltà.
A Leeds, il brillante studente egiziano si era guadagnato un Phd grazie a una borsa di studio di 30 mila sterline assegnatagli dalla Yorkshire Forward, lagenzia di sviluppo regionale finanziata dal governo. Denaro che gli aveva consentito di condurre uno studio su un biocatalizzatore capace di modificare certi processi industriali. Alluniversità raccontano che Magdy, oggi trentatreenne, era arrivato sponsorizzato dal National Research Centre del Cairo. «Il suo pallino era lo sviluppo di una matrice per limmobilizzazione degli enzimi nel campo della biotecnologia». Magdy presentò il suo lavoro a febbraio, e a maggio gli diedero il Phd, il diploma post laurea. Barbetta rada, occhiali, il sorriso aperto, amichevole, il dottor el Nashar sembrava uno di quei bravi ragazzi venuti dal Terzo Mondo per guadagnarsi un posto al sole. Studio, sacrifici, la preghiera regolamentare nella stanza delluniversità adibita a «cappella» per gli islamici. «Davvero niente di anche solo vagamente sinistro nel suo lavoro - ricorda uno dei suoi insegnanti -. Un lavoro teso unicamente alluso di enzimi nellindustria parafarmaceutica».
A un certo punto, aveva avuto qualche problema con il visto in scadenza. Ma andarsene, ora che aveva il diploma in tasca e gli si prospettavano buone entrature nellindustria locale, sembrava un peccato. «Gli avevo suggerito di racimolare un po di soldi, di uscire dal Paese e di rientrarvi con un nuovo visto. Ma questo accadeva due mesi fa - ha raccontato allEvening Standard un suo compagno di banco -. Da allora non lho più visto».
Nato al Cairo, dove si era laureato in chimica, Magdy el Nashar aveva studiato anche in America. Nel 1999 compare alluniversità della North Carolina, e si iscrive a un corso quinquennale di ingegneria chimica. Ma dopo pochi mesi abbandona, e sbarca a Leeds. Il resto è cronaca di questi giorni. Nellorganigramma della squadra della morte, il dottor Magdy doveva solo occuparsi dellesplosivo.
Quel «brillante» studente che il governo britannico premiò con 30mila sterline
Sponsorizzato dal National Research Centre del Cairo, aveva ottenuto una borsa di studio. Prima di arrivare a Leeds abitava negli Usa
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