«Quel Canaletto è mio e ora vado alle Maldive»

Gianluigi Nuzzi

da Milano

Portano a Bruno Bertagnoli, milanese del ’61, operatore in Borsa e nelle compravendite di immobili, le ultime tracce del tesoro e delle operazioni occulte compiute da Gianpiero Fiorani. Amico fin da ragazzo di Gianfranco Boni, già direttore finanziario di Bpi e detenuto a San Vittore, Bertagnoli è indagato per ricettazione e riciclaggio: ieri è stato sentito per quasi 8 ore, sino a tarda serata. Nella cassetta di sicurezza a lui intestata è stato ritrovato un Canaletto, sul suo conto corrente vennero accreditati il 9 febbraio 2004 80mila euro provenienti dal conto del correntista defunto Felice Fusar Poli. Bertagnoli è un personaggio tutto da scoprire. Gli inquirenti sospettano che possa aver agito come prestanome di qualcuno dei finanzieri indagati per le scalate estive. «Non sono prestanome di nessuno - ha risposto agli inquirenti - e non ho nulla da nascondere». Da qui un braccio di ferro durato ore e ore. Alcune tracce sarebbero emerse dalla documentazione ritrovata nelle cassette di sicurezza aperte giovedì dalla finanza in Popolare Italiana.
Ieri ha ripetuto agli inquirenti che il quadro (valore stimato quasi 2 milioni di euro) è suo, che non è un prestanome né di Fiorani, né di Boni. Ma in Procura ci credono poco. E così stanno scavando nella sua attività e nei suoi rapporti professionali. Bertagnoli è un amante del mare. Stamattina deve partire per le Maldive ma già nel 2001 insieme alla moglie Fabrizia e a qualche amico bresciano, ha comprato per 400mila euro la «Buena Chica», una rompighiaccio di 35 metri, nave danese del 1945, ora ormeggiata a Palermo, di recente utilizzata anche come nave appoggio per l’America’s Cup.
Sul fronte professionale ha di recente concluso alcune operazioni immobiliari con il gruppo Taini di Brescia e con il «Real estate group Oikos» (con l’arcipelago di finanziarie Delos, Milos, Paros, Patnos, Karpatos srl) di corso Italia, è socio nella Commerciale Immobiliare srl e nella Compagnia Fondiaria srl, con ufficio nella centralissima piazza Cadorna 6. Entrambe vedono come socio di maggioranza una fiduciaria legata alle banche Popolari. Una curiosità: amministratore unico è il commercialista Riccardo Francesco Zingales, bocconiano, sindaco o amministratore di una cinquantina di società. È anche il professionista scelto da clienti prestigiosi visto che risulta, tra l’altro, sindaco effettivo di società strategiche nella holding di Carlo De Benedetti, come Cir e la cassaforte Cofide, mentre è sindaco supplente nel gruppo editoriale L’Espresso.
Subito dopo l’interrogatorio Eugenio Fusco con il procuratore aggiunto Francesco Greco ha avuto un breve incontro per coordinare le prossime attività. Con un fine mese e un gennaio che si annunciano febbrili nelle attività investigative.

Anche perché, ormai, l’inchiesta sulla scalata Antonveneta è conclusa e ora si punta a ricostruire, operazione per operazione, insider per insider, tutti gli affari di questa cordata occulta di banchieri, finanzieri, immobiliaristi e uomini di Stato.
gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it

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