È rimasto vittima del telefono, vittima dei magnifici tempi di Libero, vittima del suo ruolo più riuscito. Irrimediabilmente avvolto nel look da disturbatore antipatico come Ubaldo Lay nellimpermeabile sgualcito del Tenente Sheridan. Il risultato è che oggi Teo Mammucari è unoccasione mancata. Per se stesso e per una tv in grave scarsità di conduttori maschi (tolti alcuni super cavalli come Bonolis o Scotti), una tv che ricorre a Pupo in prima serata, per intenderci. Chissà chi si crede di non essere Mammucari, per non decidere cosa essere. Ha il talento, i tempi comici, la velocità, il graffio cattivo e tutto ciò che serve per fare di se stesso ciò che vuole. E invece niente. Sta andando in onda con Fenomenal (Italia Uno, giovedì ore 21.10), una specie di Giochi senza frontiere con i vip arricchito di quiz e... telefonata. Ma non lo sa Teo cosa chiedere a Mammucari. Non sa in che direzione evolvere. Malgrado le occasioni, che sono state tante e su più reti: Scherzi a parte, Cultura moderna slurp, Veline, Velone, Sarabanda... Ha avuto una prateria davanti ma è come se non si fosse neppure incamminato. Oggi, di Mammucari non sapresti dire a che canale appartiene, né a che genere, né a che format. Però sai che prima o poi prenderà in mano un ricevitore e non resisterà alla tentazione di fare lo stalker del piccolo schermo e, alla lunga, di se stesso.
È difficile per un artista allontanarsi dal suo repertorio, dallo stile che gli ha dato successo, deviare da ciò che gli riesce, passeggiare lontano dal certo. Ma poi non solo per un artista, a voler ben vedere. Le traiettorie fantasiose sono un azzardo anche per una padrona di casa a cui viene bene la parmigiana o per un direttore di giornale che decida improvvisamente di rinunciare al titolo a sette colonne. Ma se non volano quelli che possono... E Mammucari potrebbe. E le leggi della carriera sono molto chiare: o si evolve, o si evolve. O si decide chi essere, a furia di tentativi, o si decide chi essere, sempre a furia di tentativi. Mammucari è un Chiambretti che non si è «pierinizzato», chissà perché, chissà per come. È uno che sceglie di fare il ripetente al liceo, quando, in realtà, potrebbe prendere nove in matematica ed iscriversi alluniversità prima degli altri.
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