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Quel «fischietto rosa» che punta alla serie A

Si chiama Anna De Toni, e sta per entrare nella storia: «Non ho idoli tra i colleghi, ma cerco d’imparare da tutti»

Gianpaolo Palazzo

Una passione che si trasforma in realtà. Il sudore, la fatica, i fischi passano quando sei il primo arbitro donna di serie C. Anna De Toni, 28 anni, punta di diamante della sezione Aia «Aldo Frezza» di Schio (Vi) è gia internazionale nel calcio femminile dal 2002. È laureata in medicina e si sta specializzando in ginecologia-ostetricia. Di lei il suo presidente di sezione, Natalino Tagliapietra, una vita sui campi anche come quarto uomo in serie A, dice: «La promozione è un onore per noi. Anna ha tutte le qualità, perché ha dimostrato grandi doti e una grossa personalità». La storia di quest’arbitro nato in provincia parte da lontano. A 15 anni, dopo aver respirato calcio a casa e sui campi improvvisati, Anna si iscrive al corso per direttori di gara. Senza inibizioni o paure: «Quando si va in campo, non dev’esserci paura. È fondamentale restare sereni per decidere meglio, anche nei campi caldi sbagliando il meno possibile».
Ha qualche episodio curioso che l’ha particolarmente colpita?
«Ricordo una partita Siracusa-Cosenza».
Come mai?
«È stata la mia prima volta in Sicilia».
Qual è il suo idolo tra gli arbitri e tra i calciatori?
«Non ho idoli, ma voglio ricordare l’arbitro più famoso del mondo: Collina, simbolo dell’arbitraggio italiano e mondiale. Io cerco d’imparare qualcosa da tutti i miei colleghi».
Come viene accolta quando si presenta negli stadi da fischietto femminile?
«Sempre con molto rispetto, ma in campo i calciatori pensano ai 3 punti».
Quando prevede un arbitro donna nella serie A?
«Spero presto, lo auguro a tutte le donne del calcio italiano. Ci sarà da lavorare sui giovani talenti, ma partendo dalla formazione si riuscirà ad avere una donna in serie A».
Le donne arbitro saranno più preparate?
«Tutti gli arbitri di serie A stanno godendo delle esperienze passate. L’Aia sta puntando molto sulla formazione e il merito va in primis al presidente Tullio Lanese».
Come si vedrà con la nuova divisa azzurra e una pantagonna al posto del pantaloncino?
«Di colori ultimamente ne abbiamo indossati tanti, niente di anomalo».
Che cosa ha pensato appena ha saputo della promozione?
«Devo dimostrare di meritare la promozione, ringraziando così chi ha sostenuto questo progetto. Dovrò confermare soprattutto in campo che valgo la categoria. Adesso si riparte».


Fischiando per trasmettere la prosa e la poesia del calcio.

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