Giustizia, ordine, sicurezza, valori sempre più minacciati a Genova anche per la colpevole indifferenza delle autorità amministrative: sono questi i punti di riferimento del programma politico di Mario Sossi, magistrato, già presidente di sezione della Corte di Cassazione, sequestrato dalle Brigate rosse nel 1974, e oggi uno dei leader della lista di Alleanza nazionale per il Comune di Genova. «Dobbiamo restituire ai cittadini genovesi - sottolinea in particolare Sossi - la qualità della vita che meritano».
È la richiesta che sale dalla gente comune.
«È vero. Ho potuto constatarlo nel corso dei miei incontri con i cittadini in questa campagna elettorale. Si sente a livello diffuso il bisogno di salvaguardare i principi fondamentali del vivere civile».
Ne guadagna anche leconomia della città: sviluppo economico e sociale sono perfettamente allineati.
«Ne sono convinto. Troppi anni di governo della sinistra hanno portato il capoluogo della Liguria a una condizione di vivibilità pessima. Ma ora possiamo, dobbiamo invertire la tendenza. Ed è quello che chiedo io agli elettori».
Lei ha scelto di spendere pochissimo e di affidare l´esito della campagna elettorale al passaparola.
«Lho fatto per convinzione e per laiuto e la collaborazione di tanti amici: vorrei citare, fra gli altri, il maresciallo Francesco Carleo, candidato presidente al Municipio Levante, Alessio Bevilacqua, candidato nel Municipio Valpolcevera, e Francesco Zoda che corre per il Comune. Devo dire, infine, che mi ha fatto piacere e mi ha incoraggiato molto incontrare tante persone, anche non conosciute, che si sono messe in coda per stringermi la mano. È anche per loro che mi sono messo a disposizione accettando la candidatura nelle file di Alleanza nazionale».
Cè bisogno di riportare nella Sala rossa di Tursi le istanze della società civile, troppe volte disattese dalle amministrazioni di sinistra.
«Eccome. Torno a ribadire limportanza dei valori. La famiglia ad esempio. Ho partecipato con assoluta convinzione alla marcia con fiaccolata a favore della libertà di espressione che devessere garantita a tutti, compreso monsignor Bagnasco, ottimo arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana. Ebbene, proprio in quella circostanza ho verificato che la città chiede, risponde, reagisce».
Non solo per difendere la Chiesa.
«È questo il punto. Il problema della difesa della famiglia va al di là della religione. Investe il diritto naturale, e la Costituzione. Da sempre la vera unione di fatto sancisce il rapporto fra un uomo e una donna. Altrimenti si viola pesantemente la carta costituzionale, che tutela espressamente la famiglia».
La sinistra oggi parla unaltra lingua...
«...ma è in piena contraddizione con quanto ha sempre sostenuto la sinistra».
Eppure monsignor Bagnasco devessere ancora difeso con la scorta.
«Un fatto vergognoso, anche se purtroppo indispensabile.
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