Quel parcheggio pagato a caro prezzo

Quel parcheggio pagato a caro prezzo

Mattino. Devo andare in tribunale ubicato in piazza Portoria. Giungo con la mia autovettura in Corso A. Podestà e parcheggio l’auto nella zona azzurra, una trovata del vecchio assessore Merella. Sono le 10,50. Vado dal posteggiatore poco lontano che identifico per il giubbotto giallo, porgendogli un biglietto da 10 euro, dicendo che sarei stato assente per circa un’ora. Il prezzo che mi dice, è di 2 euro. Questi non ha resto da darmi e vedendo che avevo in mano della moneta mi dice: «Senta, facciamo mezz’ora… poi vedo!». Gli ribadisco che devo andare in Tribunale e avrei fatto il più presto possibile. Era ed è ovvio che recandomi in certi uffici, con si poteva andare col bilancino, Mi dà il biglietto, raccomandandomi di esporlo bene sul parabrezza. Così ho fatto; il tempo di sosta doveva scadere alle 10.25. Vado per uffici e, come pensavo, ho tardato 20 minuti. Pensavo alla bontà del posteggiatore! Torno indietro, risalgo in macchina e lascio il parcheggio. In Via Corsica mi accorgo di un piccolo foglietto svolazzante sul vetro, mi fermo in parte e leggo. È un avviso di incorsa infrazione per sosta oltre il tempo. Eppure chi aveva messo il foglietto sapeva che era stato lui a non avere il resto e che ero andato in Tribunale, quindi potevo aver avuto un contrattempo.
L’indomani, da buon cittadino, mi reco presso gli uffici della Genova Parcheggi. Non intendo fare polemiche. Spiego solo il caso all’impiegata. Questa mi risponde che il posteggiatore non era tenuto a cambiarmi la moneta! Chiedo quanto devo; 19,20 euro, che per uno che lavora, o che è in pensione, specie con i tempi che corrono, sono una cifra, considerando la lieve infrazione commessa, cioè 20 minuti di ritardo. Quando esco dall’ufficio in attesa dell’autobus osservo la ricevuta e noto che l’orario scritto di sosta, era dalle 10,25 alle ore 20. Cosa falsa poiché alle 10,45 di quel giorno, me ne stavo già andando. Questo scritto forse per giustificare l’incasso di una cifra così sproporzionata? Mi chiedo a che titolo la Genova Parcheggi commina certe sanzioni che potrebbero rasentare il reato di appropriazione indebita? Perché il Comune colpisce cittadini, quelli ligi e onesti, che posteggiano negli spazi segnati in modo corretto e hanno solo la disavventura di tardare nel tempo e di trovare un posteggiatore «troppo buono»? Si noti che a Genova, il pagamento del tempo di sosta, è maggiore rispetto alle altre città italiane.

Si invoca tanto il rapporto umano fra cittadini ed istituzioni; si vorrebbe creare il Vigile di quartiere per dare fiducia alla gente e allora ci si chiede: perché si mettono in strada personaggi che sono solo macchinette per far soldi e che non hanno il senso del discernimento, specie quando conoscono il caso esposto in precedenza?

Nessuno meglio di lei, che è stato comandante della Polizia Municipale genovese, può dirlo.

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