(...) E non è un premio di critica, ma un riconoscimento dato sulla base dei ticket staccati al botteghino, degli spettatori paganti. Che, in quello spettacolo, come in tanti altri delle stagioni griffate Archivolto - per adulti e ragazzi - hanno fatto registrare numeri straordinari. Insomma, in una parola, non stiamo parlando di roba per intellettualini snob che si eccitano quando in sala ci sono tre persone. Stiamo parlando di gente che fa regolarmente il pieno e che sta meritoriamente sul mercato. Ma i biglietti venduti, da soli, non bastano alla vita di un teatro. Non siamo ai livelli della lirica, ma comunque si tratta di unattività che è «in perdita» quasi per definizione, soprattutto quando si tratta di spettacoli prodotti in casa e non semplicemente ospitati.
Riassumendo: siamo di fronte a un esempio virtuoso anche economicamente. E i deficit di bilancio che mettono a rischio la vita dellArchivolto sono legati principalmente agli interessi passivi dei debiti accumulati per la ristrutturazione del teatro di piazza Modena, un gioiellino architettonico allitaliana, uno dei pochi in tutta la Liguria (cè il gemello di Camogli ancora chiuso, quello di Finale Ligure, il Salvini di Pieve di Teco e poco altro), e per il pagamento di tasse e contributi. Insomma, non è un caso di mani bucate e Pina Rando ci ha dato tutta la sua disponibilità a mettere a disposizione di chiunque i bilanci del teatro.
Quindi, non si può che essere daccordo con i firmatari dellappello, anche quelli con cui di solito non si è daccordo, quando scrivono: «LArchivolto, unico teatro ottocentesco della città, opera a Sampierdarena, un quartiere difficile, ancor oggi considerato periferico (...) Per questo chiediamo un intervento alle istituzioni, agli imprenditori, ai cittadini, a chi ama la cultura e crede che rappresenti una ricchezza per lintera città, un bene per la crescita e per la coscienza critica dei cittadini in generale».
Proprio così, fare teatro a Sampierdarena, fare teatro in piazza Modena, fare teatro fra lungomare Canepa, via Sampierdarena e via Buranello, meriterebbe una medaglia, mille medaglie. E fa piacere che alcuni operatori portuali - prima fra tutti la Grendi della famiglia Musso - si siano detti disponibili a dare una mano al teatro, quasi a creare un percorso unico fra le banchine e lArchivolto, fra i container e il palco. Ora, tutto sta a vedere quanto lannuncio di Bruno e Costanza Musso, solitamente imprenditori illuminati quando cè in ballo la cultura, che non misurano la vita esclusivamente con lunità di misura dei teu, sia seguito anche da altri operatori e si concretizzi realmente.
Insomma, la battaglia perché il Modena continui a fare teatro a Sampierdarena è la nostra battaglia. E siamo idealmente con lassociazione degli «Amici dellArchivolto» che si riunisce per la prima volta oggi pomeriggio alle 18,30 nella Sala Mercato, a fianco della sala principale. Soprattutto, siamo idealmente con chiunque porti avanti una voce libera. Anche quando non è la nostra voce. E saremo al loro fianco questestate per le presentazioni letterarie organizzate in collaborazione con il Comune di Genova.
Quelli dellArchivolto, è noto, sono tendenzialmente di sinistra. Io stesso li ho attaccati poco tempo fa per la tendenza a coinvolgere sempre e comunque i «compagnucci della parrocchietta» nei loro incontri. Ed è per questo che sono particolarmente felice che abbiano raccolto le mie lamentele invitandomi (ma sarebbe stato lo stesso se avessero chiamato chiunque altro del Giornale) a dibattere lunedì prossimo alle 21,30 nel cortile di Palazzo Tursi con Marco Belpoliti e Claudio Bartocci. Si discuterà in particolare del libro Il corpo del capo.
Insomma, un incontro di un autore classificato come antiberlusconiano che parla di un libro antiberlusconiano. Organizzato da un teatro di sinistra. E, non bastasse, anche un matematico razionalista ad adiuvandum.
E poi hanno chiamato me. Che non sono antiberlusconiano. Che sono una frana in matematica. Che sono cattolico. Ci sarà da divertirsi.
È solo confrontandosi con culture diverse che si cresce. Un motivo in più perché lArchivolto viva.
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