QUEL PIEMONTE COSÌ LIGURE

QUEL PIEMONTE COSÌ LIGURE

Cos’ hanno in comune Albera Ligure, Cabella Ligure, Cantalupo Ligure, Carrega Ligure, Mongiardino Ligure, Novi Ligure, Parodi Ligure, Roccaforte Ligure, Rocchetta Ligure? Certo, sono Comuni che hanno nel proprio nome l’aggettivo «ligure», il che nella loro provincia non è mai un caso, visto che c’è anche un paese che si chiama «Alluvioni Cambiò», più un riassunto della storia che un toponimo.
Ma non è finita. In comune hanno anche il fatto di essere tutti Comuni della provincia di Alessandria. Liguri nel nome, ma non nell’assegnazione al Piemonte. Nemmeno mandrogni, a ben vedere. Perchè la Liguria è un luogo dell’anima, qualcosa che va oltre i confini di regione delle piantine stradali, soprattutto se quei confini sono artificiosi. Nel caso dei centri che abbiamo citato, il giochino è sin troppo scoperto, ma un po’ tutto il Basso Piemonte è a tutti gli effetti Liguria. Con una differenza: come abbiamo spiegato nei giorni scorsi, il Piemonte una politica (turistica, infrastrutturale, generale) ce l’ha, la Liguria no.
Certo, anche la giunta di Mercedes Bresso è dell’Unione; certo, anche loro devono convivere con una parte di massimalisti decisivi per la vittoria; ma quantomeno hanno la faccia di affrontare i problemi. Non di buttare la polvere sotto il tappeto e poi dire di aver fatto pulizia. Da loro, si è sentita una parola contro lo stop di Di Pietro al Terzo Valico, da noi no. Da loro, si è vista una politica turistica degna di questo nome, non la gestione allo sbando della giunta Burlando. Persino un’altra Unione è possibile.
Il Basso Piemonte, dunque. Questo territorio che, alla Mostra del Cinema di Venezia, il genovese Fausto Paravidino ha fotografato in Texas come un non-luogo. E che, forse, un po’ non-luogo lo è davvero. Ma che è anche, contemporaneamente, luogo verissimo. Possibile ricchezza per i liguri e per la Liguria, così come per i lombardi e i piemontesi. Il viaggio che il nostro Paolo Bertuccio inizia oggi nel Gavishire e nel suo mercato immobiliare sempre più appetito da genovesi, milanesi e anche inglesi è solo il primo passo verso la scoperta di un giacimento culturale vero.
Un giacimento da sfruttare nel migliore dei modi. Un giacimento per il quale lanciamo una proposta. Che parte dalla Costituzione.

Articolo 132, secondo comma: «Si può, con l’approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia o delle Province interessate e del Comune o dei Comuni interessati espressa mediante referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Province e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione ed aggregati ad un’altra».
O noi andiamo da loro, o loro vengono da noi. Il dibattito è aperto.

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