Asia minore, o anche Anatolia dal greco anatolè, cioè terra del sole nascente. I nomi con cui i greci prima e poi i romani lhanno chiamata, marcavano la distanza di quella fetta di mondo, percepita dagli europei come lavamposto nel Mediterrano di un mondo esotico e sconosciuto, lOriente, lAsia appunto. Crogiolo di civiltà e terra di incroci, lAnatolia (la Turchia) ha condizionato profondamente, nella sua estraneità conflittuale, la storia europea. Dal primo scontro archetipico della guerra di Troia, ad altri insospettabili «asiatici» iscritti nelle radici dellEuropa: Talete di Mileto, prototipo dellintellettuale occidentale e primo filosofo «greco», lo storico Erodoto, lurbanista Ippodamo, sempre di Mileto, inventore di città ordinate secondo geometria, le cui idee si riconoscono finanche nella fitta rete di strade parallele a Manhattan; il medico Galeno e Paolo di Tarso, instancabile apostolo di una nuova religione nata in Oriente.
«Il paradosso è solo apparente scrive il latinista Alberto Grilli -. In effetti la regione, che si allunga come un ponte tra Asia ed Europa, è sempre stata aperta sul mondo mediterraneo, in un gioco di influenze reciproche, di rapporti talvolta conflittuali, ma non di rado pacifici e sempre fruttuosi». E lattualità vede in questi mesi linizio di un difficile percorso di avvicinamento allEuropa e all'Occidente dello Stato nato proprio in quella regione, la Turchia. Su questi temi, oggi e domani, sono dedicati gli interventi di esperti e studiosi internazionali nell'annuale convegno organizzato dalla Fondazione Niccolò Canussio a Cividale del Friuli: «Tra Oriente e Occidente. Indigeni, Greci e Romani in Asia Minore» (tel. 0432-731.158, www.fondazionecanussio.org).
Da sei anni la Fondazione, presieduta da Carla e Corrado Canussio e intitolata allumanista del XV secolo Niccolò Canussio, organizza convegni di studio sull'incontro e l'integrazione tra i popoli nell'Europa antica. La moneta unica, la democrazia, il terrore nel mondo antico, losmosi culturale tra Asia e Occidente in Turchia. L'obiettivo del convegno, aperto ieri, è appunto quello di studiare i risultati di questo incontro tra popoli e culture diverse, tra la conservazione delle tradizioni locali e la nascita di nuove identità.
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