Quel treno di Marta, tra Nervi e Voltri, in ritardo di un anno

Quel treno di Marta, tra Nervi e Voltri, in ritardo di un anno

Era il 19 dicembre del 2007 quando Marta Vincenzi accompagnata da Renzo Piano metteva sotto l’albero di Natale dei genovesi un regalo niente male: un trenino nuovo fiammante che avrebbe dovuto toccare tutte le stazioni genovesi. Un pacco dono che a distanza di diciannove mesi da quel giorno sa tanto di pacco. Senza dono.
L’annuncio segnava lo sbarco della metropolitana leggera di superfice. Una linea di treno con una ventina di stazioni, 22 quelle individuate il giorno dell’annuncio, distanziate un chilometro l’una dall’altra. Un progetto apparentemente ambizioso ma che in realtà, a detta di chi lo presentò, era semplice, semplice. L’unico ostacolo sembrava raggiungere un’intesa con le Ferrovie dello Stato per gli spazi e la tipologia di servizio. L’intesa venne firmata, con tanto di tempistica promessa ai genovesi: un anno e siamo pronti, fu l’impegno dei due presentatori. Meno bus e spostamenti più facili e veloci in ferrovia. «Pensiamo all’impiego di un binario di quelli già esistenti da dedicare alla bassissima velocità - spiegò Renzo Piano alla presentazione in Urban Lab -. Tra Nervi, a levante, e Voltri a ponente, dovrebbe viaggiare un treno a velocità urbana».
Dovrebbe, infatti. Perché, ad oggi, non solo non esiste nessun servizio di metropolitana di superficie, ma un progetto simile non è mai nemmeno arrivato nelle commissioni consiliari del consiglio comunale. Non è che l’operazione sia in ritardo rispetto alla tabella di marcia pensata da Marta Vincenzi e Renzo Piano. É che non esiste proprio. Un’idea che non si concretizza, nonostante secondo i manifesti apparsi in questi giorni in città, per la giunta Vincenzi stiano parlando i fatti. Ma il 17 dicembre del 2007 il sindaco annunciava anche di aver già incontrato l’amministratore delegato del gruppo Ferrovie Mauro Moretti: «Puntiamo al trasporto integrato e l’occasione si presenta ora con l’avvio del nodo di Genova», disse il sindaco. Cantieri aperti quelli per il nodo di Genova ma che saranno completati non prima di cinque, sei anni. Viaggiava su un binario parallelo (è proprio il caso di dirlo) il lavoro del treno leggero: «Molte delle stazioni esistono già - precisò l’architetto genovese -. Ne abbiamo individuato alcune nuove, in particolare a Sestri Ponente.

Una potrebbe essere nella zona di Fincantieri, l’altra nell’area di Esaote. Da qui, potrebbe partire un collegamento in verticale verso il villaggio tecnologico del progetto Leonardo agli Erzelli». Progetti fatti perché i genovesi possano viaggiare. Con la fantasia.

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