MilanoUn fondo con una piccola partecipazione in uno degli affari più colossali del decennio scorso, lacquisto di Telecom da parte della Pirelli di Marco Tronchetti Provera: questo è, allinizio di questa storia, lOak Fund. Ma il dossier realizzato - su ordine dello stesso Tronchetti - sembra assegnare al fondo un ruolo più vasto del controllo dello 0,86 per cento di Bell, una delle società che cedono Telecom allimprenditore milanese. É come se nello sperduto arcipelago caraibico, sul conto della società Citco, confluissero fondi e interessi decisamente più vasti. E tutti, secondo il dossier, in qualche modo riguardanti il partito e il suo dirigente Massimo DAlema.
Nelle prime investigazioni di Cipriani, e cioè nel report numero 1 sintetizzato nel titolo «Confidential» si dà conferma della «esistenza di un fondo denominato Oak Fund. Col presente atto che si allega, si identifica il medesimo Oak nellapposito registro delle Isole Cayman». Seguono approfondimenti sullidentificazione di questo fondo attingendo da informazioni confidenziali che indicano, fra le persone di riferimento titolate a gestirlo, una certa Shean Gay. Si dice inoltre che dietro questo fondo si trovano collegamenti con società di diritto lussemburghese, come ad esempio la «Manacor».
Il secondo «summary», denominato «Bravo», e successivo di un paio di settimane al precedente, comincia a entrare un po più nello specifico. Nel descrivere cosè «The Oak Fund» si dilunga nella descrizione della fiduciaria che ne ha il controllo e la gestione. Ed è a questo punto che dopo una serie di nominativi stranieri estrapolati dalle ricerche via Cayman, (teste di legno, incaricati, prestanome) spunta fuori un nominativo italiano. Si tratta di un italiano residente a Lugano. Le prime e parziali informazioni che vengono raccolte nel report consegnato a Tavaroli lo descrivono come colui che ha il potere esclusivo di «rappresentanza» per la Iag Group, rintracciabile a Lugano, collegata alla Citco di Amsterdam a sua volta connessa a quel Citco Fund Service di George Town alle Cayman, di cui poi il famoso Oak Fund. Nel report, in sostanza, si ritaglia un ruolo di primo piano dellitaliano che personalmente dà ordini, puntualmente eseguiti lungo la filiera che sfocia in Oak Fund.
Nel terzo rapporto, chiamato «Charlie», ed in quello successivo la figura di questo italiano viene scandagliata a fondo. Si tratta, secondo gli investigatori di Telecom, di un uomo di fiducia dei Democratici di sinistra per le operazioni riservate.
Il quinto «summary» finalmente evidenzia il primo conto corrente di Oak. Il numero di C/C 1020733828 è acceso alla Bear Stearns International Bank of London. Il pool di Cipriani riesce a entrare nel conto dove, al saldo dell11 aprile 2002, evidenzia 3milioni e 600mila euro, settantamila dollari, e - probabilmente per mantenere il conto a Londra - una sterlina. «Il gestore del rapporto - si legge nel report - è tale James Manders (lequivalente di quel che per lo scandalo di Montecarlo era il noto James Walfenzao, ndr)», in contatto con il referente italiano attraverso un noto studio notarile di Lugano. A febbraio 2002 il pool Tavaroli-Cipriani mette le mani sul pezzo di carta comprovante lattualità di Oak Fund. È una sorta di «attestato di esistenza in vita» del fondo Oak che permette alla Security di Telecom, attraverso una società di copertura costituita ad hoc alle Bahamas, di provare a entrare in contatto col fondo Oak in contatto a sua volta con la Citco Cayman. Sempre a febbraio, con lescamotage della società-pilota, Cipriani prova a effettuare un pagamento da parte di Chase Manatthan Bank di Nassau di 2mila dollari a favore di Oak.
«Viene così attivato il contatto per avere dettagli sul trasferimento ottenendo come risposta la disposizione di rivolgersi direttamente alla Citco fund service di Amsterdam». E così si fa. «Interpellata la Citco Amsterdam sulle modalità del trasferimento a favore di Oak Found, un interlocutore non meglio identificato avrebbe riferito di contattare il numero italiano, di Roma, +390667(...) consigliando di chiedere del Tesoriere del Partito o direttamente del noto personaggio («Baffino»)». «Un interlocutore si sarebbe manifestato subito disponibile a fornire le coordinate di una banca di Roma per un trasferimento a favore del noto Partito: alla richiesta di affrontare il deposito a favore di Oak linterlocutore ha riferito di dovere chiedere istruzioni ai vertici della propria struttura. Successivamente, con altri contatti, le disposizioni sono state di effettuare il pagamento presso la banca Stearns International di Londra. Spiegando che tale denominazione (del fondo Oak, ndr) sarebbe derivata dalla traduzione in inglese del simbolo del noto partito. Poco dopo, contattata la Stearns Bank, questultima ha confermato la possibilità di addebitare la somma di 2.500 dollari al predetto numero di conto».
Nel sesto e settimo rapporto si fa un primo accenno al «documento macchiato» di Citco Nederlands, che informalmente spiega a qualcuno chi cè dietro Oak, dove però sono cancellate le firme, il destinatario del telex e il numero di protocollo. È ben leggibile però il contenuto: viene ricordato il nome del referente italiano del fondo, e si ricorda che «it would be better to avoid showing mr. Massimo DAlema as rapresent Il Partito del D.S. as this could cause all sort of complication».
Il rapporto decisivo per le indagini della Security di Telecom porta il numero 9: «É stata contattata Citco su Amsterdam per avere cognizione su chi, realmente, sta dietro a Oak». Dalle informazioni ricevute esce sempre il prestanome italiano, poi un certo «Rossi di Varese» e Mark Larking che sta a Cocquio Trevisago, nel Varesotto, «che ha potere di firma e gestisce conti in Lussemburgo ed è fiduciario di persone importanti». Sul punto vengono riferiti i contenuti di una telefonata (registrata) «tra la nostra compagnia (la società creata ad hoc da Cipriani alle Bahamas, ndr) e il dirigente della Citco di Amsterdam.
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