da Roma
Linsolitamente taciturno Alfonso Pecoraro Scanio tace imbarazzo sullimmondizia e i suoi derivati. Non solo per gli effetti che i suoi ossessivi «dinieghi» hanno procurato ai concittadini ma anche per via di una spiacevolissima segnalazione che gli costò una richiesta di immediate dimissioni da parte dellex presidente della commissione parlamentare dinchiesta sui rifiuti, Paolo Russo. La storia è quella delle «sollecitazioni» del ministro ambientalista allex commissario Guido Bertolaso affinché insediasse tale Claudio De Biasio sulla poltrona di subcommissario allemergenza rifiuti. Insistenze andate a buon fine ma poi rinnegate allorché, il 3 aprile scorso, De Biasio è stato arrestato nellinchiesta sulle infiltrazioni camorristiche nella società mista denominata Eco4, specializzata nella raccolta dellimmondizia nei comuni del casertano. Di Biasio finisce a Poggioreale con laccusa di truffa aggravata a seguito di capillari accertamenti della Guardia di finanza che a detta del procuratore aggiunto, Franco Roberti, avrebbero evidenziato «una commistione tra controllori e controllati» grazie alle presunte pressioni esercitate da alcuni indagati che avrebbero permesso il transito di Di Biasio nei ruoli del commissario di governo. Quando il subcommissario finisce in galera si scoprono altre cose: che da mesi era sottinchiesta in un altro procedimento penale sulla (mala)gestione nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti nel quale è indagato Antonio Bassolino. E che era stato proposto per ricoprire il ruolo di consulente nella commissione dinchiesta sulle eco-mafie. «Incarico - confermava allindomani dellarresto il presidente dellorganismo bicamerale, Roberto Barbieri - che fortunatamente non ha fatto in tempo ad accettare e che adesso gli verrà revocato». Sulla nomina a subcommissario di Di Biasio, Bertolaso confessò daver ricevuto ben due segnalazioni dal ministero dellAmbiente: «E quando sono arrivate le ho accettate perché non sapevo dellinchiesta».
Paolo Russo, ex presidente della commissione sui rifiuti, sè rivolto a Prodi: «Revochi subito il mandato al suo ministro che ha segnalato Di Biasio a Bertolaso. Qui si è messo in moto il modello colombiano: al capo di una struttura che dovrebbe contrastare leco-criminalità, ha voluto colui che è stato definito uno dei nostri da un esponente della malavita casertana».
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