Quell’interrogazione sul sacco di Genova

Egregio dott. Lussana,
vedo che il dibattito sull'identità ligure e sugli eventuali diritti della Liguria si sta spostando dal piano socio culturale a quello più banale della propaganda elettorale. Gli interventi di due candidati di destra, infatti, sono pieni di promesse e di belle intenzioni. Addirittura, per essere più convincenti, incaricano Lei, che nutre simpatie da quella parte, a essere loro giudice qualora fossero eletti. Insomma una cosa tutta fatta in casa! Io, invece, da senatore dei Ds, Le scrivo per citare un fatto concreto. Il 18 luglio 2002, in occasione del dibattito circa il rientro dei Savoia in Italia, ho presentato una documentata interrogazione a quattro Ministri del governo Berlusconi, precisamente al Ministro della Giustizia, degli Affari Esteri, dell'Economia e delle Finanze e a quello delle Infrastrutture e dei Trasporti. In quell'interpellanza, dopo aver ripercorso gli avvenimenti dell'aprile 1849, noti come il «sacco di Genova» o come le «10 giornate di Genova», ho fatto una stima dei danni provocati dai Savoia dell'ordine dei 4000 miliardi di lire (e sono assolutamente disposto a rivederla in più o in meno) e ho chiesto, ai Ministri da me interpellati, di sapere se «sussistono elementi concreti per il riconoscimento del danno causato alla città di Genova dal re Vittorio Emanuele II, mandante del “Sacco di Genova” dell'aprile 1849, e sull'obbligo del risarcimento nei confronti del Comune di Genova degli eredi, gli attuali componenti di Casa Savoia, o, in subordine, che almeno gli eredi della Casa Savoia chiedano ufficialmente scusa e perdono alla città e ai cittadini di Genova». Sottolineavo infine che il danno più grave che i Savoia hanno causato alla Liguria, ovvero la perdita della sua plurisecolare indipendenza, non era risarcibile se non col ristabilimento del diritto leso.


Ebbene, egregio dottor Lussana, arbitro invocato dai due candidati di destra, può chiedere loro dove erano quando io mi preoccupavo degli interessi di questa città? Può chiedere loro, che si impegnano per mere convenienze elettorali, perché i loro Ministri non mi hanno mai, dico mai, risposto? Se lo faccia dire con franchezza da me: quei Ministri erano troppo impegnati a sfasciare l'Italia! Altro che interessi della Liguria! E mi dica Lei, Lussana, con la sincerità che le riconosco: crede davvero che, giunti a Roma, i due succitati faranno qualcosa per Genova e per la Liguria? So per certo che l'On. Balocchi una cosa l'ha realizzata a Genova: l'apertura abusiva di una sala «Bingo» che ha dovuto chiudere dopo una mia interrogazione.
Aleandro Longhi
*Senatore Ds

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