Quell’umana follia che crede di domare il mare

nostro inviato

sull’Helsinki-San Pietroburgo

Tra Helsinki e San Pietroiburgo da 140 anni i binari tagliano dritti il paesaggio immerso nella neve, tra visioni infinite di nuvole, di foreste, di tramonti. Da ieri vi sfreccia un Pendolino bianco e azzurro, un treno dal nome allegro, «Allegro», costruito in Italia dalla francese Alstom. Il Pendolino non è, propriamente, un treno ad alta velocità, ma grazie al suo assetto variabile, con le carrozze che oscillano in curva, è versatile e riesce a rendere veloci tratte che non lo sono mai state. Tra le due città del Nord, divise da 450 chilometri e da un confine, il percorso finora durava 5 ore e mezza, oggi è sceso a 3 e mezza. Un treno, un semplice treno, può ancora dare, come nell'Ottocento, delle spallate alla modernità. É la prima volta, quasi una rivoluzione, che l'Europa di Schengen è collegata con la Russia direttamente, senza cambi di motrici e senza attese al confine. Tutt'uno: sembrava impossibile. Passaporti, dogana, ogni pratica viene svolta a bordo, in corsa, senza interruzioni: la storicità dell'evento l'hanno data ieri con la loro presenza il capo del governo russo Vladimir Putin, e il presidente della Repubblica finlandese Tarja Haionen.
Anche tutti gli adempimenti tecnici avvengono automaticamente, nessuno se ne accorge. Gli standard ferroviari della tensione, del segnalamento, delle luci esterne, degli avvisatori acustici, sono diversi da Paese a Paese, retaggio di antichi nazionalismi. La via ormai tracciata è quella di fabbricare treni in grado di adattarsi a modalità diverse: solo grazie a questi è, sarà possibile unire le reti.
I nuovi «Allegro» sono per il momento quattro; li ha acquistati per 120 milioni di euro il consorzio russo-finlandese Karelian Trains, e si aggiungono alla flotta di 18 esemplari che dal 1995 appartengono alle Ferrovie di Helsinki. Le scelte sulle specifiche del treno sono state fatte insieme dai due soci con una dialettica che spesso ha rispecchiato spirito e cultura dei due paesi. I russi volevano degli spazi fumatori, i finlandesi no e hanno ottenuto di trasformarli in salette telefoniche. I finlandesi hanno preteso sacchetti di plastica biodegradabile al posto dei cestini, vincendo facile sull'indifferenza dei russi. Anche sull'area bambini, una carrozza con giochi, un treno di gomma, una piccola biblioteca, c'è stato un braccio di ferro. I russi insistevano per la presenza di un sorvegliante, i finlandesi dicevano: ci sono i genitori, chi meglio di loro? Ha vinto il buonsenso. E sempre i finlandesi hanno ottenuto spazi dedicati agli animali domestici vicino ai sedili dei padroni, e hanno presieduto all'allestimento interno, funzionale ma dal disegno un po' stagionato, colori pastello sbiaditi. I russi hanno scelto il nome, «Allegro», che non è un omaggio all'Italia, ma solo una citazione proviniente dal loro grande amore per la musica (il linguaggio interazionale degli spartiti è, da cinquecento anni, la nostra lingua).
Italiano, dicevamo è il treno, fabbricato a Savigliano e a Sesto San Giovanni negli storici stabilimenti che oggi appartengono alla francese Alstom. Il sistema di oscillazione della cassa (dei vagoni) fu messo a punto, negli anni Sessanta, dalla Fiat Ferroviaria. Da allora di Pendolini ne sono stati costruiti 430 per 11 Paesi, tra cui la Cina, e hanno percorso 200 milioni di chilometri. In Italia ne circolano una settantina di varie generazioni, e vent'anni fa il nome Pendolino, diventò nel linguaggio comune l'antonomasia della tratta Milano-Roma. Gli ultimi arrivati le FS li chiamano Frecciargento (il nome Pendolino appartiene ad Alstom e andrebbero pagati i diritti).
Il modello per la Karelian contiene specifiche tecniche per affrontare condizioni metereologiche estreme, che nelle regioni del Nord possono arrivare ai 40 gradi sotto zero. «Allegro» ha 7 carrozze, porta 352 viaggiatori, e viaggia a 220 chilometri all'ora, il massimo consentito.
Ps: il primo treno ieri è partito puntuale alle 15.

00 da Helsinki ed è arrivato puntuale alle 19.30 a San Pietroburgo, assorbendo qualche minuto di ritardo accumulato in prossimità del confine: una renna, forse sfuggita a Babbo Natale, è finita sui binari ed è stata centrata a 200 all'ora.

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