Loro due, laltro giorno presentando il brano Vivere normale, mica se lo sono lasciato sfuggire. Troppo personale. Troppo doloroso. Ne hanno parlato solo dopo, quasi per caso con pudore, come fosse uno sgarbo allintimità dei ricordi. «Siamo convinti che dietro questa nostra esperienza ci sia la loro volontà. Cantando per la prima volta fianco a fianco, abbiamo percepito la loro presenza. E perciò al Festival dedicheremo a loro la nostra canzone e tutta la nostra avventura». Loro sono i genitori di Roby Facchinetti e i nonni di Francesco, che se ne sono andati, sono morti serenamente a settembre, luno a cinque giorni dallaltro, dopo sessantanni e rotti trascorsi insieme a Bergamo. Una vita sparita dun botto lasciandosi dietro memoria e affetti.
E, a ripensarci, lemozione struggente si respira anche nel brano che padre e figlio canteranno al Festival, un elogio a quella normalità che si conosce, anzi si riconosce, solo dopo aver vissuto a briglia sciolta. Papà Roby forse lha fatto a suo tempo, e Francesco, che ha 26 anni, è appena sceso da unesistenza tatuata dalla velocità a occhi chiusi.
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