Quella destituzione che sembra un avvertimento

La forzata destituzione di Speciale, dopo il suo rifiuto a dimettersi, oltre che un mero atto d’arbitrio compiuto dal governo a danno di un galantuomo, contro ogni regola e deontologia, potrebbe apparire come un avvertimento a «nemici» o «avversari» dei padroni del vapore. E al di là di ogni altra considerazione resta la destituzione di un generale colpito anche nell’onore. Quasi si trattasse di un traditore della Patria e di un malfattore, e non già di un comandante reo di avere compiuto il proprio dovere. Colpendo Speciale, si è colpito non solo tutto il Corpo, ma indirettamente anche il viceministro dell’Economia Vincenzo Visco, che a detto del Generale, senza alcun valido motivo, avrebbe richiesto il trasferimento di alti ufficiali in servizio a Milano, che indagavano sulle discutibili manovre di Unipol.

Riguardo alla nomina a Consigliere della Corte dei conti di Speciale e da quest’ultimo rifiutata, sembrerebbe lo zuccherino regalato al bimbo recalcitante per rabbonirlo. Evidentemente a sinistra non riescono a capire come un uomo possa fare fino in fondo il proprio dovere istituzionale...

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