Quella rissa sfiorata con Alemanno

Lo «scontro» verbale tra il ministro dell’Economia Tremonti e il sindaco di Roma Alemanno, ancorché ufficialmente smentito, ha in realtà origini profonde. Circa due settimane fa i tecnici del Campidoglio hanno scoperto che dalle tabelle della Finanziaria 2010 mancava un capitolo di spesa particolarmente importante. Si tratta degli stanziamenti per «Roma Capitale», circa 140 milioni di euro destinati al finanziamento delle infrastrutture. A questi si aggiungono i 500 milioni per coprire il «buco» di bilancio lasciato dalla giunta Veltroni. La diplomazia parlamentare, attraverso esponenti vicini al sindaco come i senatori Augello e Cursi, si è mobilitata presentando un emendamento per ripristinare la dotazione. Il capogruppo del Pdl a Palazzo Madama, Maurizio Gasparri, ha ricordato che tra le altre proposte presentate c’è quella del «federalismo demaniale», ossia trasferire al Comune immobili dello Stato il cui valore coprirebbe parzialmente l’ammontare da devolvere alla Capitale. Ed è a questa soluzione che avrebbe fatto riferimento il ministro Tremonti discorrendo vivacemente ieri sera con il sindaco.

Per Alemanno, infatti, c’è da far fronte a necessità immediate che non si conciliano con i tempi lunghi per la valorizzazione di un patrimonio immobiliare. E lo ha ripetuto ieri presentando alla Camera la Consulta per Roma Capitale: «L’importante è che entro fine anno i conti tornino».

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