Quella volta che la Samp sconfisse Novellino

Quella volta che la Samp sconfisse Novellino

Marco Ferrera

Ci sono partite che a distanza di anni rimangono impresse nella memoria e non si dimenticano: parliamo di un Milan-Sampdoria di un quarto di secolo fa quando le due formazioni giocavano nel campionato cadetto, i rossoneri retrocessi per illecito sportivo ed i blucerchiati alla ricerca della risalita nella massima divisione, che avvenne al termine della stagione successiva dopo cinque anni di cadetteria. Ma torniamo a quel pomeriggio, era il 22 marzo 1981, e a S.Siro, davanti ad oltre 50.000 spettatori, la Samp colse una vittoria clamorosa ed insperata che servì a mantenere vive le speranze di una promozione vanificata a fine stagione dalla scontata promozione del Milan e dagli exploit del Cesena e del Genoa.
Agli ordini del signor Barbaresco di Cormons il Milan capoclassifica si schierò con Piotti, Minoia, Battistini, De Vecchi, Collovati, Baresi, Buriani, Novellino (l'attuale mister della Samp), Antonelli (dal 78' Galluzzo), Vincenti e Cuoghi mentre la Samp rispose con Garella, Ferroni, Logozzo, Redeghieri, Galdiolo, Pezzella, Genzano (dal 83' Vella), Orlandi, Chiorri, Roselli e De Ponti.
La prima volta a S.Siro da spettatore ti incute sempre timore e la speranza, una volta seduti sulle scalee dell'enorme catino (non c'era ancora il terzo anello), fu quella di ottenere almeno un punto contro un'avversaria superiore per classifica, lignaggio e valori in campo. Ricordo un Milan padrone del campo ma raramente insidioso, gli unici pericoli reali alla porta di Garella, che poi divenne campione d'Italia con le maglie di Verona e Napoli e diventò «Garellik», li portò un certo Walter Alfredo Novellino, maglia numero otto e pericolo costante per il suo dinamismo e la tecnica superiore: un suo colpo di testa fece scorrere lunghi brividi ai 6000 tifosi assiepati in Curva Nord. Dietro la porta difesa da Garella.
La ripresa vide un Milan più voglioso, i rossoneri cambiarono marcia e misero alle corde Ferroni e compagni, che più volte sembrarono sul punto di cedere: ancora Novellino creò una palla gol con un assist invitante che De Vecchi sciupò clamorosamente a lato. Ma al 16' della ripresa l'episodio che deciderà il match, un'azione che rimarrà indelebilmente impressa nei nostri occhi e che significò la prima vittoria (per noi da spettatori) nel tempio del calcio: il lungo lancio dalla difesa di Galdiolo venne addomesticato dal «Marziano», al secolo Alviero Chiorri, uno dei più grandi talenti (purtroppo in gran parte inespresso) che abbiano mai vestito la maglia blucerchiata: ebbene Alviero chiese ed ottenne triangolo da Redeghieri, beffò Franco Baresi ed entrando in area di rigore, defilato sulla sinistra dell'area rossonera, infilò Piotti con un tocco vellutato che fece esplodere la curva dipinta di blucerchiato: Milan 0 Samp 1 a 29 minuti dal termine, con i blucerchiati a fare gruppo intorno alla panchina ed i tifosi sugli spalti a stropicciarsi gli occhi, a domandarsi se si stava sognando, in vantaggio contro il grande Milan.


Nell'ultima mezz'ora gli assalti dei rossoneri cozzarono contro la difesa della Samp ed anzi fu ancora Chiorri a deliziare la platea con alcune giocate sopraffine, incantando anche l'esigente e competente platea meneghina, con il costante supporto di «Nano» Roselli, insieme al «Marziano» miglior uomo sul terreno di gioco. Una vittoria che alla fine non servì, come detto in precedenza, per ottenere la promozione ma che rimarrà una pietra miliare nei nostri ricordi di sportivi al seguito della Sampdoria.

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