Laura Gigliotti
Il 30 gennaio 1959 alla Galleria Nazionale dArte Moderna sinaugurava lultima mostra romana di Modigliani. Oltre un centinaio tra dipinti, disegni, pastelli, tempere ed acquerelli. Una grande mostra che voleva essere anche un omaggio di Roma allartista nella città da cui la sua famiglia traeva origine. Qualcosa, però, va storto fin dallinizio. Anzitutto il rifiuto dei collezionisti milanesi che possiedono alcune belle opere, come il famoso Nudo della collezione di Gianni Mattioli, di prestarle e poi la dubbia autenticità di due pezzi già inclusi in catalogo. Mentre Giuseppe Di Brizio il 31 gennaio su Il Messaggero si limita a recensire la mostra, esprimendo apprezzamento per lallestimento, a dare fuoco alle polveri ci pensa su Il Tempo Virgilio Guzzi. E lo fa rivolgendosi al direttore generale delle Belle Arti De Angelis dOssat. Il numero 47 del catalogo Nudo coricato del 19 non cè, ma Guzzi lha visto esposto il giorno prima dellinaugurazione. Manca, scrive, perché è «soltanto un formidabile falso». E a conforto delle sue parole riporta lespressione di Jeanne Modigliani presente alla scena e il fatto che collezionisti come Mattioli, Jesi, Vismara e Junker non abbiano acconsentito al prestito. E laffondo prosegue chiedendo conto anche di altre due opere catalogate coi numeri 25 e 26 bis ma non in mostra. Le accuse si sprecano con laggravante dello sperpero di denaro pubblico. Ce nè abbastanza per far scoppiare il caso. Che infatti si allarga coinvolgendo altri giornali, i diretti interessati, Bucarelli e Ponente, artisti e critici. La Bucarelli, direttrice della Galleria Nazionale dArte Moderna, contrattacca dichiarando che la direzione si assume le proprie responsabilità nei confronti del pubblico e dei critici solo il giorno dellapertura, che il dipinto incriminato già esposto a Oslo e Copenaghen, è stato «sostituito esclusivamente per ragioni organizzative».
E la polemica dilaga. Su Il Corriere dInformazione viene intervistato Russoli, ordinatore della rassegna milanese, il critico Galdi e il pittore Monachesi sono per lautenticità del dipinto, anche se molto restaurato, Guzzi è per lexpertise di Lionello Venturi.
Ma il problema dei falsi è sempre esistito e sempre esisterà. Come molti artisti, prima e dopo di lui, diventati un mito, Modigliani ha finito per richiamare attorno alla sua produzione uninfinità di falsari che hanno messo a dura prova i critici. Esempio clamoroso la beffa delle teste ritrovate nel luglio dell84 nel Fosso Reale di Livorno che lartista insoddisfatto avrebbe gettato in acqua.
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