"Il programma nucleare di Teheran non è stato distrutto": il rapporto degli 007 fa infuriare Donald Trump

Il New York Times riferisce che l'Iran ha trasferito l'uranio e dispone di piccoli siti segreti per l'arricchimento del combustibile

"Il programma nucleare di Teheran non è stato distrutto": il rapporto degli 007 fa infuriare Donald Trump
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007 Usa contro Donald Trump. La Defense Intelligence Agency (Dia), la sezione dello spionaggio del Pentagono, ha appena stilato un rapporto preliminare sui danni al programma nucleare iraniano causati dagli attacchi lanciati domenica scorsa dai B-2 e dai missili Tomahawak contro gli impianti di Fordow, Isfahan e Natanz che contraddice quanto dichiarato sin qui sui raid dal presidente americano. Infatti, stando a quanto riferito al New York Times e dalla Cnn da fonti a conoscenza del documento classificato lungo cinque pagine, i bombardamenti avrebbero solo provocato un ritardo di pochi mesi delle ambizioni atomiche del regime degli ayatollah.

Prima del blitz le agenzie di spionaggio statunitensi ritenevano che l’Iran avrebbe impiegato circa tre mesi se avesse deciso di accelerare verso la produzione di un’arma di distruzione di massa. Adesso la Dia stima un ritardo inferiore ai sei mesi. I danni materiali ai siti nucleari sono "da moderati a gravi” - dunque non catastrofici - nonostante l’impiego delle bunker buster. Nello specifico, gli attacchi americani avrebbero bloccato gli ingressi di due delle strutture senza però causare il crollo degli edifici sotterranei. In precedenza, il leader Usa aveva dichiarato che l’operazione Martello di Mezzanotte “aveva completamente e totalmente annientato” il programma nucleare di Teheran.

Non meno confortante è la valutazione fatta dalla Dia sulle scorte di uranio arricchito ottenute dalla Repubblica Islamica che sarebbero state in gran parte trasferite in “località segreteprima dei raid. Il New York Times riferisce inoltre che secondo alcuni funzionari israeliani il regime degli ayatollah avrebbe mantenuto piccoli impianti segreti di arricchimento del combustibile per poter proseguire il suo programma nucleare in caso di attacchi agli impianti più grandi.

Alla vigilia dell’attacco ufficiali militari in carica ed ex ufficiali avevano avvertito che sarebbero stati necessari giorni se non addirittura settimane di bombardamenti con le GBU-57 per distruggere in particolare l’impianto sotterraneo di Fordow. La valutazione preliminare fornita dalla Dia, sottolinea il quotidiano Usa, suggerisce che le affermazioni di Trump sulla distruzione degli impianti nucleari iraniani siano “esagerate”.

Pronta la reazione di Trump che in un post sul social Truth ha attaccato Cnn e il New York Times per aver pubblicato indiscrezioni sul rapporto degli 007: "Fake news della Cnn, insieme al New York Times in declino, hanno unito le forze per tentare di svilire uno dei più grandi successi militari della storia. I siti nucleari in Iran sono completamente distrutti!”. In un comunicato rilasciato dalla portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, si legge che "la fuga di notizie di questa presunta valutazione è un chiaro tentativo di sminuire il presidente Trump e screditare i coraggiosi piloti di caccia che hanno condotto una missione perfettamente eseguita per annientare il programma nucleare iraniano".

Sulla stessa linea il capo del Pentagono Pete Hegseth che ha difeso il presidente dichiarando che “in base a tutto quello che abbiamo visto – e io ho visto tutto - la nostra campagna di bombardamenti ha annientato la capacità dell’Iran di produrre armi nucleari”.

Anche le prime valutazioni dei danni effettuate da Israele hanno però sollevato dubbi sull’efficacia del blitz Usa. Funzionari della difesa di Tel Aviv hanno infatti affermato di aver raccolto prove che dimostrerebbero che le strutture sotterranee di Fordow, il sito più inaccessibile, non sono state distrutte.

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