da Milano
Caso Serravalle. Il giorno dopo laccusa lanciata ai Ds dal sindaco di Milano, Gabriele Albertini, resta il rebus di unanomala plusvalenza di 176 milioni di euro e, nel mezzo, una società che gestisce più di 183 chilometri di autostrade. Chiamato in causa da Albertini è il presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, che vuol dare vita al terzo polo autostradale. Una ragione di più per analizzare questoperazione finanziaria. Nel dettaglio, la Provincia ha pagato per ciascuna azione 6,79 euro a cui è stato aggiunto il trenta per cento come premio di maggioranza. Risultato: i titoli Serravalle, passati dallimprenditore Marcellino Gavio a Penati, sono costati alla Provincia di Milano qualcosa come 8,831 euro. Che moltiplicati per 27 milioni di azioni fanno 238 milioni e 437mila euro.
Sintesi del blitz di fine luglio, quando lamministrazione provinciale acquista il 15% della Serravalle. Operazione seguita dallo studio Vitale che colloca Penati, ex sindaco dellex rossa Sesto San Giovanni, al centro del sistema autostradale lombardo: infatti, con quel 15% la Provincia arriva a detenere il 52,7% della concessionaria della Milano-Genova e delle tangenziali milanesi, che già era controllata dagli enti locali grazie al patto di sindacato tra Comune di Milano (proprietario del 18,6% della Serravalle) e Provincia (azionista al 36,7%). Ma, attenzione: ad acquisire le quote cedute dal privato è una società, lAsam, controllata al 99% dalla Provincia, che ha ottenuto da Banca Intesa un credito di 260 milioni di euro che Penati promette di restituire entro un anno.
Impresa, questultima, non impossibile: la Serravalle è un gioiellino autostradale, unautentica gallina dalle uova doro che produce un utile netto di trentadue milioni e che, dettaglio non secondario, si trova al centro di un fondamentale intreccio di partecipazioni da cui si controllano i principali investimenti infrastrutture della Lombardia di domani e si possono intrecciare patti, fare e disfare alleanze, vendere o comprare pacchetti azionari. Ma Penati ha un obiettivo a breve termine: portare Serravalle in Borsa. Quotazione sotto la guida di Lazard Italia che, nella selezione ha sorpassato Interbanca, Mcc e Rothschild. E nel report che Lazard ha presentato ai soci cè la valutazione preliminare del valore economico che il mercato è disposto a pagare per un titolo da un minimo di 4,87 a un massimo di 7,09 euro.
Ma il range di valore massimo, scrivono gli analisti di Lazard, è unipotesi «formulata» sugli impegni che il management della Serravalle «si è impegnato a negoziare con Anas» ovvero garantendo «il recupero dellinflazione programmata per il quinquennio 2000-2004 e lincremento del fattore qualità nel calcolo della variazione tariffaria». Come dire: per offrire un titolo in Borsa a 7,09 euro occorre aumentare le tariffe e, in aggiunta, escludere «lipo discount», lo sconto offerto agli eventuali acquirenti che è ancora tutto da valutare.
Relazione che, quindi, denuncia una differenza di 3,97 euro ad azione: la Provincia ha pagato troppo Gavio, ha sborsato 8,831 euro contro un valore di mercato di 4,87. Che savvicina a quel 4,85 euro che, ancora Penati, il 16 febbraio 2005 aveva pagato allautorità portuale di Genova per acquistare l1,20 per cento: 2,66 euro in più di quello che Gavio, dicembre 2002, aveva pagato al comune di Genova per aumentare il suo peso nella società.
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