Quelle iniezioni intravitreali negate a chi vede solo al 20%

Quelle iniezioni intravitreali  negate a chi vede solo al 20%

Sarà pur vero che l’occhio è lo specchio dell’anima, ma, a differenza di questa che si ritiene essere immortale, il bulbo oculare invecchia e si deteriora e, quindi, è necessario prendersi cura di esso come di qualsiasi altro organo del corpo umano. «La retina, la membrana più interna dell’occhio, - spiega il professor Matteo Piovella, che della scienza oculistica ha fatto una missione oltre che una professione - è una propagazione del cervello e, come tale, è un tessuto molto complesso». Così, con il passare degli anni, circa 7.760 soggetti ogni milione di persone subiscono una degenerazione maculare senile, una patologia che porta alla perdita della vista ed è infatti la più comune causa di cecità nei Paesi industrializzati. «La formazione di neovasi, che costituiscono il tentativo positivo dell’organismo di ossigenare l’occhio, - continua Piovella, che è anche membro del Consiglio dell’European Society of Opthalmology - provoca una sorta di “inzuppamento” della retina e, quindi, diventano necessarie le iniezioni intravitreali per asciugare il tessuto». Questa terapia, che è stata introdotta soltanto tre anni fa, risulta però molto costosa e, quindi, il Sistema sanitario nazionale ha imposto delle limitazioni nell’effettuare la cura presso gli ospedali pubblici. «Ogni iniezione - chiarisce il professore - costa circa mille euro e il paziente deve sottoporsi a più trattamenti per evitare la degenerazione maculare senile. Ma - denuncia Piovella - è assurdo che lo Stato decida di curare esclusivamente chi mostra un limite della capacità visiva non inferiore ai due decimi. Proprio chi vede soltanto al 20% delle proprie capacità ha, infatti, l’esigenza di salvaguardare le propria vista. E ancora più assurdo - prosegue - è che il Sistema sanitario nazionale rimborsi la terapia soltanto per un occhio e, nel caso dovesse ammalarsi anche l’altro, non potremmo sottoporci alle cure necessarie». Così si è costituita l’associazione no profit «Per vedere fatti vedere», che ogni giorno si batte affinché lo Stato adegui i finanziamenti per le iniezioni intravitreali alla diffusione della malattia, visto che in Italia ci sono circa due milioni e mezzo di persone affette da degenerazione maculare senile e ogni anno ne vengono diagnosticati, solitamente intorno ai 70 anni ma ultimamente anche già a 50, circa 500 nuovi casi. «Noi chiediamo - ha annunciato Piovella - che lo Stato si decida a destinare 200 milioni di euro l’anno per far fronte a questa patologia che, non lo dimentichiamo, porta alla totale cecità e quindi produce dei costi sociali enormi a causa della grave invalidità che ne consegue». Lo scorso agosto la battaglia dell’associazione «Per vedere fatti vedere» sembrava aver avuto la meglio: «Il professor Guido Rasi, dell’Agenzia italiana per il farmaco - racconta Piovella - ci aveva autorizzato ad annunciare che dal mese di settembre, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, sarebbero stati rimborsati anche i pazienti con meno di due decimi che si sottoponevano alle terapie, ma finora la pubblicazione non è ancora avvenuta».

La battaglia per consentire a tutti i pazienti, non soltanto a quelli che hanno le facoltà di farlo privatamente, di curare entrambi gli occhi è invece appena iniziata, e tutti possono sottoscriverla tramite il sito Internet www.pervederefattivedere.it, inviando una mail all’indirizzo info@pervederefattivedere.it o semplicemente telefonando al numero 0396889505.

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