Quelli che fanno tre ore di coda per portare i risparmi in banca

Nei testi di economia il cosiddetto «bank rush», la corsa agli sportelli dei clienti in preda al panico, è l'eventualità più disastrosa. Un anno e mezzo fa sono state le immagini delle code alla britannica Northern Rock a mostrare la gravità della crisi finanziaria. Ma esiste anche un «bank rush» al contrario: la corsa a depositare. È ciò che sta succedendo in questi giorni agli sportelli di Che Banca!, l'istituto per la clientela al dettaglio fondato meno di un anno fa da Mediobanca e guidato da Christian Miccoli, già gestore del Conto Arancio. E questo nonostante i conti possano essere aperti anche via Internet.
Il Conto Deposito, che fino al 13 marzo offriva fino al 4,7% lordo, ora sceso al 4,1%, ha in effetti pochi confronti sul mercato. Così molti per sottoscriverlo, consegnare documenti o anche solo chiedere informazioni, sono disposti a sopportare attese ben superiori a quelle che tollererebbero in altre circostanze. Per verificarlo, basta recarsi in una delle filiali, come ha fatto il cronista del Giornale in corso Sempione 86 a Milano: ingresso alle 12,50, uscita quasi due ore e mezza dopo. Ad accogliere i clienti nel locale, luminoso, design ricercato, c’è una ragazza addetta a smistare il traffico. Chiede il nome e lo scrive in una lista d'attesa. Nel locale, che comprende un angolo dedicato ai bambini e una macchinetta del caffè a disposizione del pubblico, si contano 24 persone. Cinque, compresa la «receptionist», sono dipendenti della banca, 4 sono clienti a colloquio, in box aperti, dove ci si siede a fianco del personale, dallo stesso lato del videoterminale, 15 sono in attesa, di fatto in coda. È difficile indicare un'età media, l'umanità è davvero eterogenea: dal poco più che ventenne in giacca e cravatta, all’anziano signore in tuta sgargiante da ciclista, casco compreso. Diciamo che c'è una prevalenza di ultra cinquantenni. Tre hanno l'aria d'essere cittadini extracomunitari: un ragazzo di colore e due giovani che parlano fitto tra loro un idioma arabo. I motivi del successo del Conto Deposito si possono cogliere da un brano della conversazione tra due anziani signori: «È la pubblicità che funziona», dice il primo. Risponde il secondo: «E c'è questa garanzia dei 103mila euro, che ha messo il governo. Allora tu, tra un'obbligazione e questo, scegli questo. E poi è di Mediobanca...».
Che Banca! Sta spendendo in pubblicità 40 milioni, ma evidentemente di questi tempi è anche il credito di cui gode la casa madre Mediobanca a convincere. Verso le 13 e 30 l'addetta alla lista conferma che l'attesa residua permette un’uscita per il panino. Poco dopo, davanti all'entrata, c'è l'occasione per scambiare qualche parola con un altro potenziale cliente. Avrà poco più di cinquant'anni e viene fuori che è un ex dipendente Unicredit, in pensione. Riconosciutagli la qualità d'esperto gli viene domandato come si spiegano rendimenti così alti in tempi di tassi ai minimi storici, risponde con l'aria di quello che la sa lunga: «Lo fanno per la raccolta di Compass (la società di credito al consumo del gruppo ndr), prendono al 4,7% e poi li prestano all'8-9%. E hanno pochi costi: poche agenzie, pochi dipendenti. Io li ho viste le spese che hanno le altre banche, ho lavorato anche al personale». Sui costi degli altri il giovane bancario già in pensione sembra una testimonianza vivente. Rientriamo e il prepensionato dopo aver dato un'occhiata alla sua posizione in lista dà forfait. L'attesa è troppo lunga. E questo nonostante le filiali restino aperte dalle 9,30 alle 19, e il sabato dalle 9,30 alle 13. L'impiegata spiega che subito dopo Natale era anche peggio. Poi consiglia a un giovane dall'aria manageriale di venire la mattina alle 9,15 per trovare poca coda. Si manifesta anche qualche intemperanza: un trentenne in tenuta informale e una coppia attempata, arrivati da poco, si accalorano attorno alla lista d'attesa scambiandosi reciproche accuse di furbizia.
Dopo 2 ore e 15 minuti dall'arrivo finalmente ci siamo. Al desk c’è un'impiegata di bell’aspetto, cortese e sbrigativa.

Spiega come funziona il conto, come si sottoscrive, come si ritirano i soldi e come si fa ad avere il 4,10%, che è il 2,99% al netto della ritenuta fiscale del 27%: bisogna depositare i soldi per 12 mesi (ma non c'è una penale, se si ritira prima, si prende solo il tasso base del 2,60% lordo). Poche domande, per farle perdere il minor tempo possibile, quindi ringraziamenti e saluti.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica