Palermo in vantaggio con un rigore che non c'è, pareggio della Lazio non convalidato causa gravi problemi di diottrie dell'arbitro Russo (la palla ha chiaramente superato la linea) e poi 2 a 0 a tre minuti dalla fine. Dicesi, in gergo, «furto a mano armata». E il codice penale in proposito è abbastanza severo. Però di questi giorni siamo alquanto di buon umore e quindi niente piagnistei per la partita scippata con passamontagna e P38.
Piuttosto una doverosa difesa dei cari cugini che oggi possono legittimamente gridare al complotto visto che il Palermo ora li segue a soli due punti, insidiando l'ultimo posto utile per qualificarsi alla Coppa Uefa (oibbhò, noi siamo già ammessi). D'altra parte, come spiegare altrimenti l'incredibile parabola giallorossa? Per dire: a luglio la Roma aveva già vinto «in casa» la finale di Champions league (quella che si giocherà il 27 maggio all'Olimpico tra Manchester e Barcellona) e ad agosto s'era portata a casa lo scudetto (quello vinto sabato dall'Inter).
Invece - alla faccia dell'euforico ottimismo giallorosso - ci si è mezzo di traverso il complotto.
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