Cronaca locale

Quelli di Grock, che storia fra Nichetti e il Gabibbo

La compagnia nasce nel 1976, gli attori si conoscono al Piccolo

Quelli di Grock, che storia fra Nichetti e il Gabibbo

Trent’anni di onorata carriera. La storica compagnia milanese Quelli di Grock si appresta a festeggiare il traguardo con una novità: nel 2008 gestirà un teatro tutto per sé, il Leonardo di via Ampère. Attori, danzatori, acrobati e dagli anni ’90 anche insegnanti di recitazione. Nel 1976 cominciarono in tre: Maurizio Nichetti, Giorgio Caldarelli, ovvero il comico che interpreta l’attuale Gabibbo, e Osvaldo Sali. Racconta Claudio Intropido, uno dei fondatori e attuale insegnante regista e scenografo: «Anche io facevo parte del gruppo iniziale ma come allievo, a quei tempi studiavo scenografia». Nichetti, Caldarelli e Sali si erano conosciuti alla scuola del Piccolo, al corso di mimo di Marise Flash: dopo quest’incontro avevano deciso di aprire una propria scuola, con altri sette ragazzi, in un piccolo spazio trovato per caso in corso Lodi. Fin da subito si specializzano in clownerie tant’è che «quando si trattò di decidere un nome - continua Intropido- Nichetti propose “Quelli di Grock”, in omaggio al grande clown svizzero. E nessuno contestò». Erano tempi difficili, bisognava ancora farsi conoscere: «Nessuno aveva uno stipendio, eccetto uno: Enrico Grazioli che, a 28 anni, aveva accettato di abbandonare il lavoro per diventare amministratore della compagnia». La scuola procede, a fatica: «Mimo e clownerie erano come papà e mamma, la Commedia dell’Arte fu poi il passaggio obbligato». All’inizio degli anni ’70 a Milano erano ancora in pochi a fare un teatro veramente alternativo, «fino al grande abbandono - racconta Intropido - La vera passione di Nichetti era il cinema, per lui era la cosa più importante: esce Ratataplan, che lo farà conoscere al grande pubblico, e per cui Quelli di Grock girano qualche scena». Nello stesso tempo lascia anche Grazioli, l’amministratore. «Inizia il Medio Evo di Quelli di Grock, un periodo difficile» da cui, però si uscirà ancora più determinati: alla fine degli anni ’80 entra nel gruppo l’esperta ballerina Valeria Cavalli, che contribuisce a rendere Quelli di Grock maestri nella fisicità e nel movimento». Fino agli anni ’90, anni in cui Quelli di Grock si uniscono alla scuola di clownerie del conoscente, collega e amico Pandolfini: da questo momento in poi cambia tutto. Il primo spettacolo che fanno insieme è Caos, che ancor oggi è replicato, con successo.
Sono gli anni del Teatro Greco, anni in cui Quelli di Grock fanno spettacoli d'avanguardia, apprezzati dalla critica più che dal pubblico: «A volte ci trovavamo con due persone in sala, eravamo felici quando in teatro ne portavamo 24-25. Certamente sono tutte esperienze che insegnano - continua Intropido - e che ti fanno capire quanto contano l’unione e la sinergia del gruppo». Ognuno portava il proprio aiuto, come Ambrogio Paolinelli, critico, che per sette anni ha fatto gratis il direttore al Greco. Tutt’oggi il lavoro a trecentosessanta gradi continua: di ogni spettacolo producono colonne sonore («grazie a Gipo Currado»), scenografie (Intropido è scenografo) e la scuola è una fucina: da qui sono usciti grandi nomi come Giorgio Faletti, Fabrizio Fontana, il cantante Alberto Camerini e attori che han lavorato con la Sinigallia o Corsetti.

Oggi si parla addirittura del metodo di insegnamento di Quelli di Grock, basato sull’uso del corpo come mezzo espressivo: «La voce è prima di tutto “un pezzo del corpo” - spiega Valeria Cavalli - quindi il nostro lavoro è volto a capire, sentire, sensibilizzarne ogni parte».

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