Quest’Italia indecisa tra Mario e Alex

di Riccardo Signori
Par di sentirli i moralizzatori in servizio permanente: ma come? Avete fatto di Balotelli un eroe, un leader, il meglio fico del reame appena segnato un gol in nazionale e fino all’altro ieri dicevate che era un teppista, uno sbandato, quello che butta via la maglia. E ora la bacia, avranno osservato i più attenti.
Certo, in un paese che discute il libro di Ibrahimovic come fosse la Divina Commedia, c’è da rimaner sconcertati. E magari da grattarsi la crapa. Ma questa nuova passione in azzurro e nero (se dicessimo nerazzurro ci sarebbe il rischio di farsi fraintendere) non è altro che il contraltare naturale di quell’altra parte del Paese che ammira i divin bambini. E qui vien d’istinto citare la passione in bianco e nero che di nome fa Alex e di cognome Del Piero. Eccoci al punto: siamo un Paese tifoso, ma non solo, in eterna alternanza tra il coccolarci un Alex e goderci un Balo. Solito problema: Diavolo o Acqua santa? Forse nella vita saremmo più convinti, anzi certi, circa qual sponda appoggiare, insomma cosa rispondere. Ma nel calcio spesso non sappiamo opporci all’irresistibile richiamo della follia, del genio e sregolatezza, del calcio è bello perché non è fatto soltanto (Kakà) di “Generi ideali “ (copyright Berlusconi), ma anche di ragazzacci di strada.
Balotelli ora mette tutti in imbarazzo. Tutti tranne Mancini che non lo ha mollato mai e lo stesso Prandelli che ha atteso la sua evoluzione. Non è detto che domani SuperMario non ne combini un’altra delle sue. Però ci ha fatto sapere che non è un matto, ma solo uno che sta al gioco della celebrità, mattane comprese. Nel calcio non è necessario essere letterati, anzi il caso Ibra dimostra che forse è meglio segnar gol e non scrivere libri, ma è inutile sgranare gli occhi per tutto questo miele piovuto su Balotelli. È capitato anche con Cassano: una volta genio, un’altra miserabile. Leader per Prandelli, molto meno per Allegri. Finché un detestabile colpo al cuore ci ha messo tutti d’accordo. Ovvero Cassano forever. Vi sembra normale? No, soltanto pazzesco. Ma assolutamente in linea con il moto ondivago del cuore tifoso. Vogliamo Alex e i bravi ragazzi. Amiamo Balotelli e i bad boys. Siamo pronti a mandar tutti e due (i generi stavolta calcistici) all’Inferno. E, a stretto giro di gol, riportarli in Paradiso.


Siamo un paese perfettamente bipolare. Ma con una differenza rispetto alla politica. Per mandare tutti all’Inferno, o in Paradiso, ci mettiamo molto poco. Ci facciamo meno male. E, soprattutto, il gol fa sempre la differenza.

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