"In questa città non ci sono zone franche"

Il sindaco Moratti: "Era un quartiere senza legge. Multe uguali per italiani e stranieri". Il primo cittadino ha fatto visita ai vigili feriti nei tafferugli

"In questa città non ci sono zone franche"

Milano - «Nella nostra città le regole valgono per tutti. A Milano non ci sono zone franche». Il sindaco Letizia Moratti ha appena fatto visita agli agenti della polizia municipale (tra cui due donne) ricoverati negli ospedali milanesi. «Ho visto contusioni piuttosto serie. È inconcepibile che per una semplice contravvenzione succeda quello che è successo con quattordici vigili feriti e due auto distrutte». Immediato l’elogio al comportamento dei ghisa, tanto per fugare qualsiasi possibile speculazione di chi già dal mattino lascia spirare un venticello malizioso. E accuse di un atteggiamento a dir poco brusco, se non addirittura disinvolto di chi è intervenuto. «La polizia locale e le forze dell’ordine - sottolinea con decisione lady Letizia - hanno svolto in modo esemplare il loro compito». Nessuno spazio, dunque, al sospetto di manganellate sfuggite di mano o di pistole uscite dalla fondina. Un impegno, piuttosto, a non indietreggiare di fronte alla sollevazione della Chinatown ambrosiana. «Noi andremo avanti - assicura -. Stiamo intervenendo in un quartiere dopo migliaia di proteste dei residenti». E il riferimento è all’ormai impossibile convivenza tra i grossisti cinesi e gli abitanti assediati a tutte le ore del giorno e delle notte da furgoncini, carrelli e mezzi di trasporto di ogni genere ricolmi di scatoloni e balle di merce varia. Una zona in cui c’è un’impresa cinese ogni 9 metri. «In Paolo Sarpi - aggiunge - vigeva una regola non scritta per cui era possibile violare le regole. Ora pretendiamo che anche lì le leggi siano rispettate. Forse i problemi di oggi nascono dal fatto che in passato questa strada non è stata percorsa, ma il nostro obiettivo è trovare un giusto equilibrio tra una politica di integrazione e l’assoluto rispetto della legalità. Accanimento nei confronti dei cinesi? Assolutamente no. La stessa multa sarebbe stata data a un commerciante o a un residente italiano trovato nella situazione della signora multata».

Pronta anche la risposta a chi teme addirittura ripercussioni internazionali. «Tengo molto ai rapporti con la Cina e da ministro ho siglato un protocollo per un’università italo-cinese che ha sede a Milano e a Shanghai. Ma un rapporto costruttivo si basa sul rispetto delle regole».

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