«Con questa difesa l’Italia può arrivare in fondo»

Il tecnico in Germania carica i suoi: «Gilardino sarà utilissimo, Inzaghi e Vogel decisivi». E promuove gli azzurri: «Non perdono mai la testa»

Franco Ordine

nostro inviato a Duisburg

Caro Ancelotti, ha sentito dell’Australia? Si è qualificata nonostante Kalac e giocherà contro l’Italia...
«Ho ascoltato alla radio, ero in viaggio verso l’Italia. Ma cosa è successo di preciso al nostro gigante?».
Una papera, una delle sue...
«Mannaggia».
Ha sentito di De Santis, dice che bisogna indagare su di lei...
«Parliamo di calcio».
Ha finito il suo giro mondiale?
«Torno a casa, dopo aver visto, sentito e parlato con quasi tutti i milanisti presenti al torneo. Alcuni sono in buona forma, altri in ottima, sono soddisfatto per questo».
Cominciamo dall’Italia di Amburgo: non ha entusiasmato, vero?
«Ha incontrato qualche difficoltà nel gioco. Ha sofferto all’inizio, come contro gli Usa, ma non ha mai perso la testa, si è dimostrata solida. E poi con quella difesa, può reggere a qualunque urto».
A chi si riferisce?
«Alla coppia centrale Cannavaro-Materazzi. Per non dire dello strepitoso Buffon: in questo caso siamo al top nel mondo».
I migliori difensori sono sempre italiani...
«Esatto. E non dev’essere considerato un difetto».
Nel frattempo Nesta è con un piede fuori dal mondiale...
«E questo, se fosse confermato, mi dispiacerebbe molto, per lui innanzitutto».
Ha visto lo spavento che si è preso Lippi con Gattuso, in panchina, dopo il gol?
«Lo capisco, non è abituato alle carezze di Rino, io sì, invece».
Pirlo si è svegliato giusto in tempo per il mondiale...
«Gliel’ho detto al telefono: tempismo eccezionale. Mi ha colpito per la continuità che ha avuto nelle tre partite del girone. Con noi, in campionato, ha avuto alti e bassi. Ma anche Inzaghi, alla prima occasione, si è dimostrato vivo, vitale. Così Vogel nella Svizzera».
Ha dimenticato Gilardino, uno degli altri gol rossoneri al mondiale...
«E invece no, ho fatto il tifo per lui, da solo lì davanti, a prendersi calcioni e a combattere contro tre cechi. È un buon mondiale il suo. E diventerà utilissimo più avanti. Si capisce al volo che ha una gran voglia».
Qui, a Duisburg, cominciano a lamentarsi di Totti...
«Nel secondo tempo di Amburgo invece ho colto dei miglioramenti, ha avuto più spazio a disposizione, ha realizzato buone cose. La mia impressione è questa: sta crescendo».
In giro per il mondiale ha visto qualcosa di nuovo e di interessante per il suo Milan?
«Due calciatori hanno colpito la mia attenzione, uno spagnolo, l’altro è argentino, Fernando Torres e Maxi Rodriguez».
Che mondiale è, Italia a parte?
«Più dello spettacolo calcistico, mi è piaciuto il clima, la cornice di pubblico. Ho ritrovato entusiasmo e gioia, nelle piazze delle diverse città tedesche si sono radunati giovani di ogni provenienza: avevano tutti una gran voglia di far festa. E negli stadi dove sono arrivato io, non nelle tribune dei vip, in mezzo alla gente comune voglio dire, ho colto le stesse positive sensazioni».
Adesso c’è l’Australia negli ottavi di quel volpone di Hiddink: che rivale è?
«Io l’ho vista contro il Brasile: è una squadra dotata di corsa e buona organizzazione difensiva. Fino a quando il Brasile ha giocato sotto ritmo, ha patito. Appena ha preso a correre, ha avuto il sopravvento. Pirlo e Totti possono fare la differenza. Detto con grande rispetto degli australiani: si possono battere».
La conclusione è obbligatoria: ha sentito di Kakà, contratto fino al 2011?
«Ho parlato con lui al telefono e con Galliani. Di quella firma non c’era un bisogno concreto, c’era un bisogno mediatico, è una specie di messaggio in codice per i tifosi e per quelli che verranno prossimamente al Milan. Kakà sarà l’uomo simbolo del dopo Shevchenko».


Dei deferimenti cosa pensa?
«Nei giorni scorsi leggevo i giornali e pensavo: si vede che il nostro presidente non è molto amato. Ora sono sorpreso dal deferimento di Galliani, col tempo si chiarirà. Tutti sanno come sono andate le cose».

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