D iciamola tutta. Se la McLaren copia, copia veramente bene. E che diamine. L«originale», cioè le Ferrari, a corse alterne si fermano, si bloccano, combinano disastri. La «copia», cioè le vetture della scuderia di Ron Dennis invece avanzano nella classifica dei piloti e in quella dei costruttori come uno schiacciasassi. Finora, e su questo non possono esserci dubbi, la pista ha detto che le McLaren - intese come somma di vetture e piloti - sono più forti delle Rosse. Ma la sensazione, non bella sul piano puramente sportivo, è che a Maranello, in questo momento, dei verdetti della pista importi assai poco. Per loro lunico verdetto che conta è quello che verrà emesso giovedì a Parigi dal tribunale della Fia. Il modo in cui Raikkonen nel finale di Monza si è fatto sorpassare da Hamilton, senza reagire, senza tentare di ostacolarlo, di rendergli la vita difficile, sembrerebbe quasi dimostrarlo: i sei punti conquistati ieri servivano al finlandese per superare Massa. E chissà, da giovedì sera potrebbe essere lui il nuovo leader mondiale.
Sia chiaro, se la McLaren ha barato, ha violato le regole, è giustissimo che paghi, che venga condannata, che sia, eventualmente, esclusa dal mondiale. Certo lo spettacolo ne risentirà ma se è sopravvisuta la serie A senza la Juventus pensiamo possa sopravvivere anche la Formula 1 senza la McLaren. Se Ron Dennis & soci hanno imbrogliato è giusto che il titolo vada a chi sta oggi alle loro spalle. Ci mancherebbe.
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