Questa volta Leonardo è servito al Milan per vincere

Milano Leo dove sta la felicità nel sentirsi ricorrere da tutto uno stadio a suon di volgarità? Mah! Si può esser felici perdendo ogni derby della proparia carriera da allenatore? Suvvia non scherziamo. Almeno un pizzico di rabbia, un minimo gira di quelle cosa là… Magari un giorno Leo ci spiegherà che anche i quei momenti il suo animo era felice. Insondabile dalle cattiverie umane. Anzi partirà con quel «Sinceramente vi dico che ...» ormai diventato il marchio di garanzia di ogni chiacchiera. Vabbè! Ma va là! Gli direbbe il milanese purosangue che c’ era in ognuno di quelli che stavano lassù sulla tribuna piena di luci e voglia di urlare. Forse meglio la faccia digrignante di Rino Gattuso che gli ha vomitato in faccia tutto il suo astio, appena Pato aveva reso il benvenuto a lui e all’Inter?
San Siro è stato impietoso, forse fin troppo. Il Milan anche. Si, certo urlargli addosso di tutto è stato il segnale di un amore tradito. Succede quando non ti aspetti il colpo basso, quando hai voluto bene davvero a qualcuno. E il Milan, e i milanisti, evidentemente hanno voluto bene davvero a Leo.
In questo senso, forse, Leonardo ha ricevuto il miglior addio che il popolo milanista potesse riservargli. «Odi et amo, perché lo faccio? Non so». In tribuna, gli ultras hanno esposto uno striscione, decorato solo per lui, una divertente rivisitazione dell’ultima cena. Tutti hanno capito chi fosse il Giuda ma loro glielo hanno scritto, non sia mai che il cervello fosse andato in tilt: Giuda interista. Leo giuda, eppoi uomo di m… Leo infame. «Per 30 denari amore a prima vista». Leo al centro dell’universo per un minuto prima del fischio d’inizio. Se non fosse per le cattiverie, c’era da essere felice. Basta sapersi accontentare.
Poi la partita e sono state fitte e colpi bassi. Pato un toreador devastante. Gli altri volevano battere l’Inter prima di Leo. Ma Leo stavolta è servito al Milan per vincere. Destino inesorabile e beffardo: tutta la cattiveria per battere l’ex, la squadra, la maglia che non avrebbero voluto veder sua. Il pallone ha i suoi riti e forse la sua giustizia. Ora giustizia è fatta(per i milanisti, ovviamente). Leonardo è ricascato nei soliti errori, quello che lo avevano reso famoso al Milan. Forse si è fidato troppo del suo centrocampo. Forse ha dimenticato sussurri e grida delle precedenti partite. Loro,il Milan, la squadra, conoscevano le debolezze del tecnico più di quanto il tecnico abbia potuto svelare del suo Milan.
Leo ha perso, il Milan ha vinto.

Non c’è nulla di più realistico e crudele per raccontare la fine di una storia. O forse è bastato quello striscione esposto prima della partita: Leo dal 4-2 fantasia al 6-1 str… Forza Leo, fai un sorriso: questo era divertente. Era amore.

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