Ben tornato Mondo, allora cè un Dio che le vuole bene?
«Non credo ai miracoli, li hanno fatti duemila anni fa e io vivo sullistinto, sulle motivazioni. Però oggi per me ricomincia una nuova vita. Proprio un anno fa ero sotto i ferri, oggi sono qui che siedo su una panchina di serie A».
Risale a sette anni fa la sua ultima apparizione nella massima categoria, alla guida della sua amata Fiorentina che lasciò dopo le prime giornate per contrasti con la dirigenza.
«Altri tempi e, soprattutto, un altro Mondonico. Ma dopo tutto quello che mi è capitato, due operazioni per un tumore alladdome, cera il rischio che mi rassegnassi. Invece la chiamata del Novara mi ha ridato entusiasmo e voglia di vivere».
Daccordo che non crede ai miracoli, ma allora il Novara ultimo in classifica è già da considerarsi retrocesso?
«Calma, lasciamo stare i miracoli e non è neppure il caso di lanciare proclami, ma il ds Mauro Pederzoli mi ha assicurato che ci sono le possibilità per riuscire a raggiungere la salvezza e io a queste possibilità mi aggrappo. Ho lesperienza per provarci, per mettere i giocatori giusti al posto giusto. Mi lascerò guidare dallistinto per decidere se occorre prima intervenire sulla testa dei giocatori piuttosto che sulla loro posizione in campo».
Mondo, per vincere bisogna fare gol. Il Novara è la squadra che ha segnato di meno (18) dopo il Cesena (13) e ha subito di più (40). E lei è considerato un difensivista a oltranza.
«Lo so che mi considerano così, ma lanno scorso lAlbinoleffe aveva il quinto miglior attacco e comunque è meglio vincere 1-0 che 4-3».
Quindi domani sera col Chievo non sa ancora chi far giocare e con quale modulo tattico?
«Troppo presto per parlare di modulo tattico, guarderò negli occhi i ragazzi e poi deciderò. Certo, quando vedo che il Novara ha la peggior difesa, allora mi preoccupo, ma ho visto in tv alcune partite degli azzurri e una vaga idea me la sono fatta. Però solo il campo, il contatto diretto con i giocatori può dare le indicazioni giuste. Provvederemo, io in panchina, loro in campo. E mi devono dare tutto e ancora di più se insieme vogliamo salvarci».
E stato esonerato Tesser, un suo grande amico.
«Ancor più di un amico. Attilio è stato uno dei colleghi che mi è stato più vicino nei momenti difficili, per questo mi spiace enormemente che la sua avventura sia finita».
Vi siete sentiti?
«Lasci che i sentimenti e i ricordi del cuore restino tali tra chi si vuole davvero bene».
La tifoseria azzurra si è scatenata, tanto da presentarsi in massa lunedì sera sotto casa di Tesser per fargli sentire quanto gli è vicina. Questo clima non la spaventa?
«Anzi, questo è un elemento positivo. Vedere dei tifosi che, nonostante la posizione di classifica, sono legati allallenatore è un fatto che reputo decisamente positivo. E una cosa che fa bene al mondo del calcio e un onore per Tesser».
Niente miracoli o alchimie varie, ma cosa chiede allora per salvarsi dalla retrocessione?
«Non mi nascondo le difficoltà, ma un pizzico di fortuna in più, quella che non ha avuto chi mi ha preceduto, ecco, questo ci vorrebbe. A volte basta poco per far risultato, per ricreare entusiasmo e voglia di fare».
Sicuro che non serva un miracolo?
«Il Padre Eterno ne ha già fatto uno per me, non posso pretendere di più».
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