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«Qui non ci supereranno mai»

MilanoGuido Podestà, da coordinatore del Pdl in Lombardia è d’accordo che la vera sfida del Nord sia tra Pdl e Lega?
«Sottolineo un fatto che è sotto gli occhi di tutti, ovvero che tra Pdl e Lega c’è un rapporto molto saldo, a livello personale tra Berlusconi e Bossi, a livello politico nel governo e anche nelle Regioni e nelle Province. In Lombardia governiamo insieme in tutte le province, tranne Mantova che contiamo di conquistare a breve».
Nessuno nega i buoni rapporti, ma la competizione elettorale si annuncia dura. Non crede?
«La sfida elettorale tra Pdl e Lega forse ha una concretezza per quel che riguarda il Veneto, ma anche lì ce la giocheremo. Invece credo che in Lombardia e in Piemonte la Lega non abbia alcuna possibilità di superare il Pdl. Capisco le uscite elettoralistiche, ma la situazione attuale è simile a un anno fa, quando abbiamo vinto otto provincie su otto».
Che differenza c’è tra Pdl e Lega?
«Loro sono abituati a essere un partito di lotta, noi forse sentiamo di più la responsabilità di governo, anche se poi nelle battaglie vere ci siamo quanto loro. Le faccio il caso delle metropolitane che è necessario costruire. Se la Lega dice che finché i romani non pagano, in Lombardia non facciamo niente, io rispondo che condivido la lotta al centralismo romano ma che dobbiamo realizzare le metropolitane comunque, in tempo utile per recuperare competitività nella sfida globale».
Bossi vuole avere (o essere) il sindaco di Milano?
«Abbiamo un ottimo sindaco di Milano, che ha avuto lo straordinario merito di portarci l’Expo. Sono convinto che sarà il nostro candidato nel 2011 e che sarà sostenuta anche dalla Lega».
Casini dice che il Pdl è appiattito sulle posizioni della Lega.
«Chiedo a Casini come queste posizioni appiattite gli abbiano consentito di governare in Regione Lombardia per dieci anni e di continuare a farlo al Comune di Milano... Noi appiattiti? È come dire che Formigoni o la Moratti siano appiattiti sulla Lega. Non raccontino frottole, dal momento che i loro assessori sono ancora adesso nelle giunte con il Pdl! È evidente che sono argomentazioni strumentali».
L’accordo con l’Udc è ancora possibile?
«Se l’Udc pensa di venire con noi dove è inutile, ovvero in Lombardia e in Veneto, e di correre da sola dove servirebbe, come in Piemonte, allora sono loro che si mettono fuori. Ma aspettiamo un ravvedimento, perché abbiamo sempre condiviso i medesimi valori».
Condivide il timore che le posizioni di Fini possano far perdere consensi al Pdl e avvantaggiare la Lega?
«Credo che all’interno di un partito che rappresenta il 40 per cento degli elettori sfumature differenti siano nell’ordine delle cose, ma credo sia il caso che Fini non forzi le situazioni, perché il suo elettorato, cioè quello di An, e non il nostro, rischia di sentirsi più rappresentato nella Lega. Nel Pdl crediamo all’accoglienza e alla convivenza interetnica ma sempre con un chiaro richiamo al rispetto di regole e leggi che normano la convivenza e il rispetto».


Riforme anche da soli?
«Il dialogo è la via maestra, saremo lieti di condividere le riforme con la parte dell’opposizione che si vuole sedere al tavolo. Ma se la sinistra non è disponibile, le riforme vanno fatte comunque, perché il Paese non può più attendere».

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