Qui Roma: ora non multate i commercianti che sfidano la crisi

Rendere più confortevole il soggiorno a qualche turista straniero che viaggia in Italia sfidando la crisi? Delitto gravissimo e multa di mille euro. Anche quest’anno, come gli anni scorsi, in una Roma fortunatamente presa d’assalto dai visitatori, si è ripetuto il paradosso delle multe ai negozianti che, visto il pienone, hanno alzato le saracinesche nei giorni di Pasqua e Pasquetta per vendere (con regolare scontrino) generi di conforto ai turisti. Gli inflessibili vigili hanno elevato circa quaranta contravvenzioni da mille euro tra gli sguardi perplessi dei passanti che stentavano a capire che cosa ci fosse di sbagliato in un negozio aperto in una città d’arte nel momento di maggior afflusso. Mah, Italians, gente strana.
E sì che se c’era un anno in cui si sarebbe potuto finalmente fare uno sforzo e liberalizzare, una volta per tutte, le aperture degli esercizi commerciali, avrebbe dovuto essere questo. Si lotta contro la crisi a tutti i livelli e il mezzo punto di Pil, che la saracinesca libera farebbe guadagnare al Paese, servirebbe come il panino per il turista affamato.
Anche un altro aspetto andrebbe considerato: il turismo è una delle principali fonti di ricchezza per l’Italia e contribuisce a diversificare la nostra economia in modo da renderla più resistente di altre alle crisi internazionali; una delle nostre priorità dovrebbe essere quella di costruire una cultura dell’accoglienza tale per cui, chi viene in Italia, ne ritorni entusiasta e convinca altri a visitare le nostre città. Purtroppo spesso questa priorità si scontra con i diktat dei sindacati, che tutto hanno in mente tranne che l’efficienza del sistema Italia. Nascono così le aberrazioni degli scioperi dei trasporti nei periodi di punta, i musei aperti in orari illogici e i negozi chiusi quando le città sono stracolme. Dobbiamo renderci conto che il tappeto sotto cui nascondere gli errori è sempre più piccolo: le recensioni delle vacanze invadono internet, guidano molte scelte e queste sciocchezze hanno un costo ogni giorno crescente. Certo, la straordinaria bellezza del nostro territorio ci consente di godere di una notevole rendita, ma fino a quando?
Ovvio che le regole, anche se miopi, una volta fissate vadano seguite, quindi non si possono del tutto biasimare i vigili che hanno deciso di multare i commercianti, ma non sembra eccessivo chiedere uno scatto di coraggio alle autorità. L’assessore al commercio di Roma, Davide Bordoni, è giovane ed entusiasta, ha ottenuto dei miglioramenti ma ancora una volta, per evitare la rottura con i sindacati, si è deciso di arrivare al compromesso: sì al Ferragosto ma no a Pasqua. Dato che viviamo in un Paese dove, per trovare comportamenti sanzionabili, basta guardarsi intorno, nell’attesa di nuove regole più logiche suggeriamo anche noi un compromesso: dire ai vigili di controllare meglio i borsaioli e meno i negozi aperti.

Magari qualcuno pensa ancora che i soldi vengano creati dal nulla: non è vero, escono dalle tasche dei turisti soddisfatti e servono a pagare gli stipendi degli assessori, dei vigili e anche dei sindacati.

posta@claudioborghi.com

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