Da libero cittadino credo alla ricostruzione del quotidiano La Verità sull'affaire Quirinale. Mattarella al di sopra delle parti? Difficile da credere per uno che ha fatto carte false o quasi per non farci votare nel 22. Se ne avesse avuto la possibilità avrebbe dato corpo nonostante sapesse benissimo che la sinistra ed il suo centro erano in minoranza nel paese ad un Conte ter, a un Draghi bis o un Bersani qualunque. D'altronde da uno che etichettò come sciagurata la discesa in campo di Berlusconi come puoi aspettarti pluralità di opinioni. Che poi il consigliere incriminato Francesco Saverio Garofani casualmente ex deputato PD, sia da sempre un suo fedele scudiero inutile aspettarsi smentite o dimissioni. Non accadrà nulla. Lui è così super partes da non sentire, nonostante gli apparecchi acustici le umane domande, il consigliere così etico e professionale sarebbe capace di smentire anche di fronte ad ipotetiche registrazioni. È la sinistra rancorosa e piena di livore vicina al top (anch'esso rosica), che rosica.
Rocco Bruno
Caro Rocco,
la questione è talmente semplice che, come spesso accade in Italia, è stata trasformata in un groviglio artificiale, utile soltanto a confondere i cittadini e a spalare fango sulla destra. La prima verità, quella che nessuno può contestare, perché lo stesso protagonista l'ha ammessa, è che un consigliere del Quirinale, persona dunque stipendiata per garantire equilibrio e sobrietà, ha detto ciò che non avrebbe mai dovuto dire: che bisogna trovare modi per evitare che la destra torni a vincere. Lo ha dichiarato lui.
Non La Verità, non i giornali di destra, non i complottisti. Lui. E non lo ha neppure smentito. Fine della discussione.
Adesso, si può discutere se un consigliere sia libero di dire sciocchezze a un tavolo di un locale pubblico. Certo. Ma se rappresenti la Presidenza della Repubblica, e ti esprimi come un tifoso da bar sport, dimostri solo due cose: imprudenza e inadeguatezza.
Il Quirinale però ha scelto di non rimuoverlo, e lui stesso non ha ritenuto opportuno dimettersi. Figuriamoci! Pazienza: in Italia gli incarichi istituzionali sono pieni di figure che non brillano né per discrezione né per competenza. Non è una novità. La novità, semmai, è la reazione scomposta della sinistra e della sua stampa, che invece di condannare chi ha effettivamente fatto la gaffe, il consigliere stolto, ha attaccato il Governo.
Siamo al paradosso politico: c'è uno che parla di ostacolare la destra e i giornali accusano la destra di attentare al Colle. Roba da neurodeliri. Ma la parte più surreale è questa mania di rovesciare la realtà. Chi parla di una sorta di congiura contro la democrazia è il consigliere del Quirinale. Non Meloni. Non il Governo. Non il centrodestra. Eppure gli accusati diventano... gli altri. Quella sì che è fantapolitica. In mezzo a questa carnevalata mediatica, l'unica figura che ha mostrato equilibrio istituzionale vero è stata proprio Giorgia Meloni. Che cosa ha fatto la Premier? La cosa più sensata:
è salita immediatamente al Colle, ha parlato con Mattarella, ha ribadito la piena collaborazione e ha impedito sul nascere qualsiasi narrazione tossica sullo scontro fra istituzioni. Questo, permettimi, non è solamente buonsenso: è capacità politica, è maturità, è diplomazia, è quel tipo di fermezza calma e pragmatica che la distingue. Altro che crisi istituzionale: Meloni l'ha chiusa in dieci minuti, mentre altri provavano ad aprirla sui giornali. La verità è che la sinistra vive con tale ossessione verso il Governo da arrivare a ribaltare perfino le responsabilità evidenti.
Chiudo con una constatazione semplice: in democrazia non esistono strategie o manovrine
di Palazzo che possano impedire al popolo di decidere da chi farsi governare. La sovranità non si aggira con frasi dette al ristorante. La si rispetta.E sarebbe ora che qualcuno, soprattutto a sinistra, se ne ricordasse.