
Mica solo una novità. L'arrivo di Francesco Gabbani ha un significato più largo di un semplice cambio all'interno di una giuria. È il segnale che X Factor prova a uscire da quella sorta di "fighettismo" che gli è stata spesso imputata e che, tutto sommato, qualche volta è costata cara anche in termini di gradimento. E lo fa non con un ragazzo praticamente esordiente (è successo) né con un rapper ma con un cantautore ormai abbastanza navigato (43 anni ieri, auguri) che è abituato a navigare fuori dalle rotte più modaiole pur restandoci agganciato. Francesco Gabbani è pop nel senso più trasversale di popular. Ai suoi concerti c'è un orizzonte generazionale come raramente capita di vedere sotto un palcoscenico, insomma ci sono bambini, ragazzi, adulti e pure nonni che cantano più o meno insieme gli stessi pezzi, non necessariamente i più famosi. Merito di scelte professionali che lo hanno portato a spaziare, pur mantenendo la barra dritta sul proprio stile. Gabbani, si sa, ha vinto Sanremo con Occidentali's Karma, ha cantato il tormentone dell'estate (Tra le granite e le granate, primo ai Power Hits Estate di Rtl102.5), ma ha pure presentato per due anni un varietà a tema ambientale su Raiuno (Ci vuole un fiore) ed è appena ritornato in radio con il singolo Dalla mia parte che è una prova cantautorale e non un semplice sfoggio di piacionismo a uso social. In poche parole, la "Quota Gabbani" potrebbe diventare l'xfactor di questa nuova edizione di X Factor perché lui, per linguaggio, per esperienza e per sensibilità si distacca molto dagli altri tre giurati diventandone l'ideale completamento stilistico.
Certo, prende il posto di Manuel Agnelli, uno che è diventato un trademark dello show e arriva da un mondo musicale molto distinto e distante. Ma questa differenza può diventare una forza. E comunque conferma che, per giudicare il pop, è sempre meglio chi il pop lo abita da anni. E con successo.