Quote di minoranza, scoppia la guerra Air France-Lufthansa

da Roma

Toh, chi si rivede! La vecchia contrapposizione degli hub: Malpensa contro Fiumicino e viceversa. Mica Formigoni e Alemanno a sporgersi e ad insultarsi. È sottotraccia che si combatte, ma stavolta a livello europeo. Perché, risolta la partita Cai-sindacati, è tutto un affaccendarsi di francesi, tedeschi e inglesi davanti alla risorta (e liberata dai debiti) Alitalia. «Eccoci» strillano gli uomini di Jean Cyril Spinetta da Parigi, mandando in avanscoperta a Palazzo Chigi l’ex-ad della compagnia di bandiera Francesco Mengozzi.
Più riservati - ma niente affatto timidi - quelli di Lufthansa, che pure sono alle prese con la digestione di Sas e Austrian Airlines: «Stiamo continuando a seguire molto da vicino la vicenda Alitalia, ma non rilasciamo commenti. Confermiamo solo che per noi il mercato italiano è interessante e importante» fa trapelare la portavoce della compagnia tedesca Claudia Lange. È il solito, vecchio, discorso: piatto ricco, mi ci ficco. Solo che, a quel che si capisce, i francesi - che già lo avevano teorizzato con il governo Prodi - vedono bene l’hub a Fiumicino, in modo da poter partire da lì per il Medio Oriente, l’Africa, l’Asia e il sud-est europeo. Mentre i tedeschi sembrano preferire Malpensa come base verso il sud e l’est.
Questione politica che Cai dovrà vagliare (con il governo che non fa mistero dei «buoni rapporti» tanto con la Merkel che con Sarkozy con cui magari si potrebbero accendere crediti d’altro tipo), ma anche - e perché no? - questione economica. È stato calcolato che per acquisire una quota del 10-15% della nuova Alitalia si dovrebbero sborsare tra i 100 e i 150 milioni di euro. Magari qualcuno potrebbe aumentare l’offerta pur di vincere la partita. Il che non sarebbe male come avvio per la risorta compagnia di bandiera.
Intanto, per cercare di sciogliere il nodo a proprio vantaggio, tanto i dirigenti francesi che quelli tedeschi calano a frotte, cercando di mantenere l’incognito, nel Belpaese. Detto di Mengozzi (consulente di Spinetta) a Palazzo Chigi, si sussurra che i tedeschi vadano facendo pressioni sul Pd per ottenerne l’assenso, giurando che non hanno affatto intenzione di rinunciare a Fiumicino. C’è anche chi fa sapere che uomini Lufthansa avrebbero addirittura contattato Veltroni. Mentre sull’altro fronte, quelli di Air France starebbero intessendo strategie per convincere Bossi, Tremonti e quant’altri che Malpensa non è affatto da scartare e che il loro piano ne prevede semmai un potenziamento.
Insomma, la partita è più che aperta. Già due giorni fa, quando si era capito che si sarebbe arrivati ad una intesa tra la Cai di Colaninno e i nove sindacati, da Parigi e da Francoforte son cominciati conteggi ed ipotesi: Alitalia ripulita dalle incrostazioni fa gola.

Tanto che pure gli inglesi di British Airways - dopo l’acquisizione di Iberia - starebbero muovendo le loro pedine. Come finirà è difficile dire. L’augurio è che, hub prevalente a parte, decolli una compagnia in grado di soddisfare la clientela. E non quella politica.

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