Gianandrea Zagato
Anche il gruppo Autostrade è interessato a quel 18,6 per cento di Serravalle detenuto da Palazzo Marino. «Interesse» a valutare lipotesi di unofferta «insieme al gruppo Gavio» precisa Vito Gamberale. Opportunità che lamministratore delegato della società fa seguire da una nota: «La collaborazione dei due gruppi privati più grandi dItalia nel settore delle autostrade potrebbe aiutare la Lombardia a colmare il gap infrastrutturale nei confronti dEuropa e nei confronti del resto dItalia».
Ipotesi lanciata a margine della presentazione milanese del nuovo sistema di bilancio del gruppo Autostrade e allindomani del mancato ingresso della società Serravalle nel capitale della Brescia-Padova. La concessionaria autostradale milanese non è infatti riuscita a conquistare la quota che la Provincia di Venezia aveva messo in vendita: quel 3,4 per cento di azioni della Serenissima che in cambio di 38 milioni e 46mila euro è finito alla Reconsult infrastrutture del finanziere bresciano Rino Mario Gambari. Obiettivo sfumato, dunque, per la società di Assago che, tra gli obiettivi strategici fissati dal consiglio damministrazione, riconferma quello di «entrare nellazionariato di Serenissima, società con la quale possiamo sviluppare iniziative comuni, soprattutto nel settore dei servizi, e puntare a rilevare importati quote di altri enti locali» dichiara Giampio Bracchi, presidente della Serravalle.
Ma la logica industriale cede inevitabilmente a quella finanziaria, con il pacchetto di Serravalle detenuto dal Comune di Milano che interessa il gruppo Gavio (lofferta è di 8 euro ad azione, cioè 268 milioni di euro) e, ora, in unalleanza con limprenditore tortonese anche il gruppo Autostrade.
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