Roma

Quoziente famigliare Roma capofila dei Comuni italiani

Roma guida la carica del quoziente familiare, il meccanismo che consentirebbe di suddividere il carico fiscale in funzione del numero di componenti del nucleo, conducendo a un risparmio per le famiglie. Ieri la capitale, rappresentata dal sindaco Gianni Alemanno e dall’assessore Laura Marsilio, si è posta a capofila dei 46 comuni italiani piccoli e grandi e di diverso colore politico che si sono dati appuntamento nella sala consiliare del comune di Parma per la nascita del «Network delle città per la famiglia». Il nuovo organismo, del quale fanno parte tra gli altri, oltre a Roma e Parma, anche Bari e Varese, lavorerà, «per lanciare un messaggio alla politica nazionale: il quoziente familiare non è un’utopia ma può essere la base di una riforma fiscale», come dice proprio Alemanno. «I venti di crisi - ha aggiunto l’inquilino del Campidoglio - non devono far rinunciare alle riforme, anzi sono proprio queste il modo per rispondere a una crisi e quella per eccellenza è il quoziente familiare».
Lo scambio di esperienze tra i Comuni aderenti al network, ha sostenuto Alemanno, intende far sì che «ogni Comune possa fare le migliori scelte a favore della famiglia per attuare finalmente il quoziente familiare, cominciando dalle imposte, dalle tasse comunali e dalle tariffe. A Roma, come a Parma, lo stiamo già facendo. È assolutamente possibile, basta solo avere la volontà politica per farlo». L’assessore Marsilio ritiene invece che il network delle città «sia un utile strumento di stimolo al governo a lavorare ripensando alle politiche di sostegno alla famiglia che non siano più meramente assistenziali» e crede che per raggiungere gli obiettivi prefissati sia «necessario un cambiamento culturale: porre la famiglia al centro delle politiche significa affermare la consapevolezza che il sostegno alla prima agenzia educativa della società equivale a contribuire a costruire una società migliore».
A Roma esiste già un progetto per l’introduzione del quoziente familiare. Lo ha presentato lo scorso 1° marzo l’Udc, ricevendo il parere tecnico favorevole da parte del dipartimento delle Politiche educative e scolastiche e del dipartimento delle Politiche sociali e della promozione della salute. «Mi rende orgoglioso - dice Alessandro Onorato, capogruppo Udc in Campidoglio - il fatto che l’Udc sia stato l’unico gruppo consiliare a presentare una proposta di delibera che intende porre le prime basi della riforma fiscale locale. Ora è però necessario che il testo approdi nelle commissioni consiliari e in consiglio comunale. Adesso il sindaco dimostri la sua volontà di introdurre il “Quoziente Roma” velocizzando l’iter d’approvazione. Solo così le famiglie della Capitale potranno avvalersi di tariffe su misura, commisurate alla loro capacità contributiva, su servizi educativi, sociali e culturali. Infatti il “Quoziente Roma” è un coefficiente che va a modificare la tariffa base ottenuta dall’indicatore Isee. Non vogliamo solo proclami e patti siglati ma atti tangibili per il bene delle famiglie romane già troppo afflitte da crisi economica e servizi bloccati per un bilancio ancora da presentare».
E una sorta di quoziente familiare è allo studio anche della neo presidente della regione Renata Polverini, che in sede di campagna elettorale presentò un programma che prevedeva l’introduzione del bonus bebè e per l’assistenza domiciliare, di un «assegno» sul modello del quoziente familiare, di mutui agevolati per le giovani coppie. Misure «a cui stiamo già lavorando per renderle concrete», ha assicurato ieri mattina Polverini intervenendo al convegno «Regioni: quali politiche per la vita», organizzato dal Movimento per la Vita italiano in collaborazione con il Forum delle associazioni familiari e con l’associazione Scienza e Vita. «Questa Regione - ha detto Polverini - farà delle scelte diverse: non intendo mantenere questo impianto economico e finanziario».

Polverini ha promesso politiche per sostenere «la vita e impedire che tante donne debbano ricorrere all’aborto non perché lo vogliono ma perché costrette per difficoltà» e interventi a sostegno del nucleo familiare.

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